Rupert Sheldrake, è un biologo e scrittore britannico, dopo aver studiato a Cambridge e iniziato la sua attività scientifica nel Clare College si trasferisce in India nell'International Crops Research Institute for the Semi-Arid Tropics. Finisce poi nell'ashram di Bede Griffiths, un frate benedettino, allievo di C.S. Lewis. In quell'ash-ram, a Shantivanam nel Tamil Nadu, il giovane Sheldrake aveva scritto un interessante saggio, "A New Science of Life", combinando le sue esperienze e le sue certezze di scienziato con le esperienze e le incertezze di uno che si è messo sulla via dello spirito.
Sheldrake sostiene che tutti gli esseri viventi, e anche i minerali, riescono in qualche modo ad acquisire nella loro memoria fatti avvenuti precedentemente ai loro simili, senza che fra di loro ci sia stata alcuna possibile comunicazione... almeno non un tipo di comunicazione come la intendiamo noi. In altre parole, quando il membro di una specie assume un nuovo comportamento, o un modo di reagire a certe esperienze, quel nuovo comportamento, se ripetuto varie volte e da più membri della specie, incide su tutta la specie, suggerendo con ciò, che molte delle cosiddette immutabili leggi della natura altro non sono che delle mutabilissime abitudini. Abitudini che dipenderebbero da quel che è successo prima e da quanto spesso è successo.
Sono diversi gli esperimenti eseguiti che confermerebbero la teoria di Sheldrake, ad esempio uno fatto nell'arco di diversi anni a Londra, in cui topi di varie generazioni, messi in una vasca che si riempie lentamente d'acqua e da cui esiste solo una via di uscita, imparano progressivamente a mettersi in salvo. Cioè, se più della metà dei topi della prima generazione affoga, molti di meno muoiono delle generazioni successive finché, dopo varie generazioni, tutti si salvano.
Quel che è assolutamente sorprendente è che, ripetendo lo stesso esperimento in Australia, quasi tutti i topi della prima generazione trovano la via d'uscita come se l'esperienza dei topi di Londra si fosse in qualche modo trasmessa anche a loro. Lo stesso succede nelle reazioni dei minerali e dei metalli sottoposti a certi processi. Ad esempio, certi cristalli che salinizzano a Londra dopo un certo numero di prove, salinizzano immediatamente quando l'esperimento viene fatto successivamente in un'altra parte del mondo.
La conclusione di Sheldrake è che esiste una sorta di accumulazione dell'esperienza a distanza: sia distanza di tempo che di spazio. Lui la chiama: risonanza morfica.
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