venerdì 27 giugno 2008

La fede...

Salve a tutti, per collegarmi all'ultimo commento (al momento attuale) che avevo fatto alcuni giorni fà in un post del blog di Alessio vi riporto la seguente citazione:

"CHE PENSIATE DI RIUSCIRCI
O DI NON RIUSCIRCI
AVETE COMUNQUE RAGIONE"

Henry Ford


Per chi non avesse seguito la discussione (diciamo che si parlava di non località, ma poi si è andati OT parlando di scienza e dei suoi limiti, diciamo che ho svariato un po'), il mio commento era il seguente:

"Ah mi viene in mente un bell'esempio in cui abbastanza indipendentemente dall'ottimismo o pessimismo, per come funziona il nostro cervello, esso tenderà a focalizzarsi su una certa cosa, difficile spiegare a parole, vado con l'esempio.

Dovete fare un'esame universitario, avete studiato tutto tranne che una domanda, tutto e anche benissimo, tranne una cosa, vi sedete guardate il professore, lui è lì, può chiedervi tutto e sinceramente gliene frega poco di te, deve passare il suo tempo ed esaminarvi, per lui una domanda vale l'altra, non sapendo cosa chiedervi, vi chiede la prima cosa che gli viene in mente. Che domanda sarà tendenzialmente e perché? Provate a ripensare dove stava il vostro cervello in quel momento, cosa trasmetteva e con quale intensità!!! (paura) :D

Ora pensate ad un altra situazione, non avete studiato niente, ma solo una domanda perché sapete che l'esame consiste di solo una domanda orale.
Lui come prima è lì indifferente, pensa a una cosa la prima che gli viene in mente e ve la chiede.

A cosa stavate pensando? E' facile in questo caso che non avendo nulla da perdere, il vostro cervello era fisso nell'unica cosa che sapete, e con la grossa speranza di fare il colpaccio :) e magari sin da prima seppur scettici a parole vi eravate pregustati e assaporati cosa avrebbe voluto dire passare l'esame avendo studiato solo una cosa e ne avete sentito la gioia come se questo fosse già successo.

Beh, se le cose stanno così e la vostra "intensità" di pensiero è forte e il vostro crederci è così tanto da pregustarvi tutte le emozioni del successo sin da prima senza essere turbati da cattivi pensieri, molto ma mlto probabilmente quell'esame vi è andato bene poi.

Ora provate a pensare alla "fede" di cui parlava Gesù, alla preghiera, Gesù ci insegna che per pregare bisogna chiedere e ringraziare poi come la nostra preghiera fosse già stata esaudita (e cosa "sentite" voi in termini emozionali se la vostra preghiera è già stata esaudita? Gioia, felicità, sin da prima che la cosa succede. E cosa sono gioia e felicità? Emozioni che danno potere al pensiero, all'idea).

Se leggete bene il vangelo, esso sembra un manuale delle tecniche per fare i miracoli :) e non sto scherzando.

Vi cito un passo del vangelo di Matteo che la chiesa cattolica non guarda mai bene a fondo e inserisco tra parentesi i miei commenti, prima leggetelo senza le scritte tra parentesi, poi rileggetelo tutto con la mia interpretazione:

"Verso la fine della notte egli (Gesù) venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «E` un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!» (ha semplicemente comandato a Pietro di andare, come da lui richiesto, se sei tu...e infatti era lui). Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque (WOW!! PURE PIETRO LO SA FARE!) e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'IMPAURI' e, cominciando ad affondare (ops, che è successo??? Eppure Gesù gli aveva comandato di andare sulle acque, ah si è vero, questo non vuol dire che Gesù gli ha detto potrai camminare sulle acque grazie a me, quindi non è stato affatto Gesù a fare cilecca nel miracolo e infatti poi lo spiega Gesù cosa è successo), gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?»."

E' scritto tutto qui! Lì c'è il segreto dei miracoli.

E il fatto che Pietro per un attimo riuscì a camminare sulle acque non è dovuto alla grandezza di Gesù (come la chiesa fà passare questa storiella), ma alla fede cieca di Pietro in Gesù, lui grazie al comando di Gesù per un attimo era riuscito a scrollarsi di dosso tutti i dubbi e le paure, ma è durato solo un attimo, poi la tempesta ed è tornato il dubbio e in un attimo...puf, finito l'incantesimo :)

Che ne pensate?

Ora buon lavoro sulla vostra mente per riuscire a pensare positivo e a "sentire" positivo, questa è la parte più difficile, il dubbio non si scaccia facilmente e la nostra società, i nostri genitori, i nostri condizionamenti radicati non ci giocano certo a favore.

In bocca al lupo."




P.S. Continuo a ricordarvi (d'ora in poi per un bel po' di tempo aggiungerò sempre un rimando al forum) a chiunque voglia discutere di qeusti argomenti (ed altri) che può farlo nel nuovo forum, siete sempre i benvenuti.

mercoledì 25 giugno 2008

La morte...

Eknath Easwaran è un mistico indiano morto nel 1999.

Ha insegnato per quarantanni, prima letteratura inglese poi meditazione all'Università di Berkeley.

Egli raccontava come sua nonna, che era stata la sua guida spirituale, gli aveva dato una semplice, ma importante lezione.

Quando, ancora bambino, era rimasto colpito dalla morte di un familiare, lei lo aveva fatto sedere su una grande sedia di legno e gli aveva detto di reggersi a quella con tutte le sue forze.

Lui s'era aggrappato ai braccioli, ma lei era riuscita lo stesso a strapparlo via. Nel resistere lui aveva sentito male.

La nonna gli aveva poi chiesto di sedersi di nuovo, ma questa volta senza fare alcuna resistenza. Lei lo aveva allora tolto dalla sedia gentilmente, prendendolo in braccio.

«Così avviene con la morte. Sta a te scegliere come vuoi andartene. Ricordatelo.»

Tratto dal libro di Tiziano Terzani, "Un altro giro di giostra" Ed. Longanesi

martedì 24 giugno 2008

Risonanza morfica di Sheldrake

Rupert Sheldrake, è un biologo e scrittore britannico, dopo aver studiato a Cambridge e iniziato la sua attività scientifica nel Clare College si trasferisce in India nell'International Crops Research Institute for the Semi-Arid Tropics. Finisce poi nell'ashram di Bede Griffiths, un frate benedettino, allievo di C.S. Lewis. In quell'ash-ram, a Shantivanam nel Tamil Nadu, il giovane Sheldrake aveva scritto un interessante saggio, "A New Science of Life", combinando le sue esperienze e le sue certezze di scienziato con le esperienze e le incertezze di uno che si è messo sulla via dello spirito.

Sheldrake sostiene che tutti gli esseri viventi, e anche i minerali, riescono in qualche modo ad acquisire nella loro memoria fatti avvenuti precedentemente ai loro simili, senza che fra di loro ci sia stata alcuna possibile comunicazione... almeno non un tipo di comunicazione come la intendiamo noi. In altre parole, quando il membro di una specie assume un nuovo comportamento, o un modo di reagire a certe esperienze, quel nuovo comportamento, se ripetuto varie volte e da più membri della specie, incide su tutta la specie, suggerendo con ciò, che molte delle cosiddette immutabili leggi della natura altro non sono che delle mutabilissime abitudini. Abitudini che dipenderebbero da quel che è successo prima e da quanto spesso è successo.

Sono diversi gli esperimenti eseguiti che confermerebbero la teoria di Sheldrake, ad esempio uno fatto nell'arco di diversi anni a Londra, in cui topi di varie generazioni, messi in una vasca che si riempie lentamente d'acqua e da cui esiste solo una via di uscita, imparano progressivamente a mettersi in salvo. Cioè, se più della metà dei topi della prima generazione affoga, molti di meno muoiono delle generazioni successive finché, dopo varie generazioni, tutti si salvano.

Quel che è assolutamente sorprendente è che, ripetendo lo stesso esperimento in Australia, quasi tutti i topi della prima generazione trovano la via d'uscita come se l'esperienza dei topi di Londra si fosse in qualche modo trasmessa anche a loro. Lo stesso succede nelle reazioni dei minerali e dei metalli sottoposti a certi processi. Ad esempio, certi cristalli che salinizzano a Londra dopo un certo numero di prove, salinizzano immediatamente quando l'esperimento viene fatto successivamente in un'altra parte del mondo.

La conclusione di Sheldrake è che esiste una sorta di accumulazione dell'esperienza a distanza: sia distanza di tempo che di spazio. Lui la chiama: risonanza morfica.

Di questo ed altro stiamo parlando nel nuovo forum, venite anche voi a partecipare se siete interessati.

Questo il link del forum: http://wwwnonsolospiritualita.forumup.it/

Questo il link della discussione che ha collegamenti con l'attuale post: http://wwwnonsolospiritualita.forumup.it/viewtopic.php?t=6&mforum=wwwnonsolospiritualita

sabato 21 giugno 2008

Il visibile e l'invisibile

Salve a tutti, oggi voglio parlarvi del mondo del visibile e dei nostri limiti umani, poiché troppo spesso ci affidiamo erroneamente ad essi oppure alla nostra razionalità (io per primo aimé). Non so se sapete ma uno dei "principi metodologici" della fisica recita così:

"Tutto ciò che è razionale non sempre è reale"

e un altro così:

"la logica della natura non è logica umana".

Sarebbe importante tenerli sempre a mente.

Tutti noi vogliamo vedere, toccare con mano le cose per poterle accettare...ehhh se solo sapessimo quanto poco possiamo vedere quando osserviamo qualcosa (oggi mi focalizzo solo su questo aspetto) forse ci renderemmo conto di quanto siamo ingenui.

Tutti noi siamo circondati da radiazioni elettromagnetiche, completamente circondati.

Una radiazione può essere caratterizzata da una frequenza e da una lunghezza d'onda.



Noi riusciamo a percepire mediante la vista solo le lunghezze d'onda comprese tra i 380 e i 760 nanometri, tutte le altre no.

Percepiamo il colore degli oggetti decodificando attraverso il nostro cervello la lunghezza d'onda della radiazione che viene riflessa dall'oggetto quando noi lo guardiamo, e non dal colore che l'oggetto HA realmente :)

Voglio riportarvi ora questo schemino per farvi vedere una classificazione delle radiazioni elettromagnetiche in base alle frequenze e quindi alla lunghezza d'onda e notate quanto piccolo è l'intervallino percepibile attraverso i nostri sensi (e non pensiate che gli strumenti della scienza siano in grado di percepire tutte le radiazioni elettromagnetiche esistenti).


Tipo di radiazione elettromagnetica Frequenza










Lunghezza d'onda
















Onde radio <3ghz









> 10 cm

Microonde 3 GHz – 300 GHz









10 cm – 1 mm

Infrarossi 300 GHz – 428 THz









1 mm – 700 nm

Luce visibile 428 THz – 749 THz









700 nm – 400 nm

Ultravioletti 749 THz – 30 PHz









400 nm – 10 nm

Raggi X 30 PHz – 300 EHz









10 nm – 1 pm

Raggi gamma > 300 EHz









<1pm




Già che ci siamo vi dico anche una piccola curiosità, sul perché riusciamo a vedere attraverso i vetri :)

Questo è possibile poiché il vetro non filtra, quindi non riflette l'intervallo di frequenze del visibile, quindi quando noi dirigiamo il nostro sguardo in direzione di un vetro, le onde elettromagnetiche che arriveranno ai nostri occhi saranno quelle degli oggetti che le riflettono che si trovano al di là del vetro che stiamo guardando (in realtà una piccolissima parte viene riflessa, è per questo che comunque siamo in grado di percepire il vetro).

Questo discorso delle frequenze vale per tutti i nostri sensi, per l'udito, per il gusto, per il tatto...

Pensate al nostro ingenuo detto "vedere per credere" quanto è limitante :)

giovedì 19 giugno 2008

La professionalità dove è finita?

Ma io dico, almeno per gli esami di maturità, è così difficile preparare delle prove degne del nome del Ministero?

Leggete questi articoli riportati dal Corriere della Sera, io sono veramente indignato e disgustato dalla voglia di lavorare e dalla professionalità di certa gente.

Traccia piena di equivoci. Il componimento è dedicato a un uomo, ma si chiede di parlare della figura femminile


Premetto che sono per principio allergico all’analisi di un unico testo e per di più pilotata da una traccia prestabilita, perché quella traccia generalmente svia la lettura o l’imbriglia in un’interpretazione preconfezionata. Oltre tutto, in questa Maturità, la scelta del quarto componimento della terza sezione di Ossi di seppia di Montale non è felice, perché costituisce un testo poco rappresentativo dell’intera raccolta.

Ma entriamo nei dettagli. La traccia prevede, prima di tutto, che lo studente riassuma brevemente il «contenuto informativo della lirica in questione». Una poesia ha il valore di una notizia? Non lo sapevo. Lo studente, più saggio degli esperti del ministero, avrà proceduto a fare un semplice riassunto di ciò che i versi di Montale sanno evocare. La prima strofa mette in scena il ricordo di un «sorriso» che è come «un’acqua limpida», vista per caso, «tra le petraie d’un greto», una sorta di piccolo lago in cui si rispecchia l’edera e più in alto ancora «l’abbraccio d’un bianco cielo». Montale è qui chiarissimo: mette in primo piano un ricordo caro. Il Ministero complica tutto perché chiede di individuare la «visione della realtà» del poeta e quella del «ruolo salvifico e consolatorio della figura femminile». Siamo nei guai. Qui c’è un errore grossolano: la poesia è dedicata a Baris Kniaseff che donna non è, ma un vecchio amico ora «lontano». E allora cosa fare? Bisticciare con gli esperti o fare finta di niente? Dire che la ripetizione di tante «r» sta per una realtà ostile e «l’acqua limpida» per una donna che salva, sarà stata forse la scelta più accomodante.

E’ chiaro che tutto il resto va ora a precipizio perché la traccia, mentre s’intestardisce a mettere in scena una donna, chiede di spiegare (con un italiano traballante) in «che senso il portare con sé la sofferenza per il mondo può essere, come dice il poeta, "un talismano" per un’anima e come questa condizione possa essere altrettanto serena che quella di un’anima "ingenua" non toccata dal male». Ma se si leggono i versi non c’è questa equazione, ma solo una sorta d’interrogativa indiretta in cui ci si chiede se l’amico sia oggi un’anima ingenua o un’anima che soffre.

Lo studente saggio avrà a questo punto mandato a quel paese i signori del ministero e nell’ultima strofa seguirà Montale che, al ricordo della «pensata effigie» dell’amico, sommerge i propri «crucci estrosi». Poi, se sarà stato in grado, avrà fatto la sua bella analisi stilistica del componimento e quindi parlato genericamente della poesia di Montale. Tranquilli ragazzi, niente paura. Con esperti ministeriali così poco competenti, il vostro tema meriterà comunque un punteggio pieno.

E passiamo poi alla prova di inglese:

La segnalazione dell'ex prof dei figli di Berlusconi. Che dà il voto al ministero: «Gravemente insufficiente»

MILANO - Dopo il pasticciaccio brutto dello svarione sulla poesia di Montale, presentata come ispirata a una donna, ma in realtà dedicata a un uomo, il refuso torna a essere protagonista degli esami di maturità. Agli studenti degli istituti tecnici per il turismo è stata infatti consegnata una traccia piena di errori. Un testo che gli esperti del ministero hanno probabilmente tratto da un sito che si occupa di turismo e dove una giornalista yemenita ha intervistato i titolari di una struttura alberghiera in Namibia: un esempio di architettura coloniale tedesca, come tedesca è la lingua dei titolari, Tinkie e Johan Cornelissen. La differenza di nazionalità dei protagonisti della chiacchierata e l'uso dell'inglese come lingua veicolare ha dato origine ad un testo pieno di strafalcioni.

Il testo consegnato agli studenti con le correzioni della prof. Woodhouse
LA SEGNALAZIONE - Se ne sono accorti in molti tra gli insegnanti e se ne è accorta anche la professoressa Jean Woodhouse, esperta madrelingua inglese con una ventina d'anni di esperienza di insegnamento nelle scuole italiane - che è stata tra l'altro insegnante privata di Piersilvio e Marina Berlusconi -, che ha pensato bene di correggere la traccia del ministero proprio come avrebbe fatto con il compito di uno qualunque dei suoi studenti. E dando anche il voto che il funzionario autore dell'errore - la persona che ha copiato il pezzo dal web e lo ha trasformato in traccia d'esame senza fare le opportune verifiche - si meriterebbe: «gravemente insufficiente». O, come si sarebbe detto una volta: «4». Del resto, le cancellature e i cambiamenti che l'insegnante ha apportato sono stati parecchi («e nella fretta mi sono limitata ai più evidenti e grossolani» - precisa) e a prima vista potrebbe sembrare più il testo elaborato dall'ultimo della classe che non un documento ufficiale diramato da Viale Trastevere.

Il testo originale reperibile su Internet
VERBI SBAGLIATI - La traccia contiene diverse imprecisioni, come il mancato utilizzo del genitivo sassone o errori nell'utilizzo dei verbi (ad esempio un «have» al posto di un «has»). Ma, secondo la professoressa Woodhouse, al di là degli errori grammaticali, comunque parecchi, è l'intero testo che dovrebbe essere preso e buttato nel cestino.

IL SITO - Lo svarione non sta nell'aver preso pari pari da un sito Internet di argomento turistico il testo da proporre agli esaminandi (è comunque un documento), quanto la scelta di uno zeppo di errori, che potrebbe aver indotto gli alunni a commettere strafalcioni a loro volta. Anche le domande proposte ai candidati (l'esercizio vero e proprio, elaborato dal ministero) sono state oggetto delle correzioni della professoressa Woodhouse. «Sono un'insegnante severa - conclude l'insegnante -. Finito l'esame ho inviato la segnalazione come "privata cittadina indignata".»





martedì 17 giugno 2008

Tutti gli arresti tra i blogger del 2003

,Tutti gli arresti tra i blogger dal 2003

Esce il rapporto annuale della University of Washington. Cina, Egitto e Iran in testa

Il blogger egiziano Abdul Monem Mahmood (da http://www.globalvoicesonline.org)
SEATTLE(Stati Uniti) – Finire in manette per aver organizzato una protesta sociale o per aver violato abitudini culturali tramite un blog. Oppure esseri sbattuti in prigione in quanto rei di aver denunciato sul proprio diario online violazioni dei diritti umani. O ancora perché su un blog si è osato commentare le politiche pubbliche. Succede ancora in alcuni Paesi notoriamente liberticidi e succede anche in nazioni al di sopra di ogni sospetto. Per l'esattezza succede e succederà sempre di più, proprio perché la blogosfera è sotto osservazione da parte dei governi e delle istituzioni. Questo in sintesi ciò che sostiene il report World Information Access (WIA) dell'Università di Washington che censisce le repressioni per crimini relativi all'uso dei blog a partire da cinque anni fa.

TIPOLOGIA DEGLI ARRESTI - Gli arresti dei blogger dal 2003 sono stati 64, sono triplicati rispetto al 2006 e la metà si riferisce solo al 2007. Un terzo degli arresti riguarda la Cina, l'Egitto e l'Iran, ma nella black list delle nazioni che prevedono la prigione per i blogger più ribelli risultano anche Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia e Grecia. In media i tempi di detenzione per i reati da blogging sono sui 15 mesi, ma il record assoluto è di ben otto anni.

SENTENZE NON INTERCETTATE – Ai numeri snocciolati dal WIA bisogna comunque aggiungere una buona dose di arresti non intercettati, proprio perché avvenuti in nazioni estranee alle regole democratiche, dove è ancora possibile far sparire qualcuno nel silenzio di una prigione, senza nemmeno dirlo in giro. Per esempio il Committee to Protect Bloggers (e già il fatto che esista un comitato per la protezione dei blogger è sintomatico) dà notizia di 344 animatori di diari online detenuti nelle prigioni del Burma. Ma il WIA non ha avuto modo di verificare il dato. E se parlarne è utile e doveroso, purtroppo esiste anche un effetto boomerang: più i dittatori del terzo millennio si accorgeranno di quanto sia importante questo strumento più cercheranno di imbavagliarlo.

Emanuela Di Pasqua

Tratto dal Corriere della Sera del 17 Giugno.

venerdì 13 giugno 2008

La democrazia - Un sistema fallito in partenza

"Oggi, per i più, democrazia vuol
dire andare ogni quattro o
cinque anni a mettere una croce
su un pezzo di carta ed eleggere
qualcuno che, proprio perche
deve piacere a tanti,
ha necessariamente da essere
medio, mediocre e banale
come sono sempre state
tutte le maggioranze.

Se mai ci fosse una persona
eccezionale, qualcuno con delle
idee fuori del coumne,
con un qualche progetto
che non fosse quello
di imbonire tutti
pormettendo felicità,
quel qualcuno
non verrebbe mai eletto.
Il voto dei più non lo avrebbe
mai."

Tiziano Terzani
tratto da "Un indovino mi disse"

giovedì 12 giugno 2008

Perché sono vegetariano

Proprio in questi giorni sto dialogando molto riguardo questo argomento sia nei commenti a un post sul blog di Alessio, sia nel blog di Woodstock65 che nel mio forum.

Proverò a trattare questo argomento del vegetarianesimo provando a fare un po’ di chiarezza (magari rispondendo anche un po’ nello specifico a Woodstock con cui ho avuto il piacere di parlare di più), in quanto a mio avviso c’è molta disinformazione a riguardo e spesso esso viene erroneamente associato a malnutrizione, debolezza e malattia, mentre invece non è assolutamente così. Elencherò quindi le ragioni del perché sono vegetariano.

Molte informazioni sono comunque contenute nel blog di Alessio che già da tempo si occupa di questo importante tema.

1- Scelta etica

Gli animali sono esseri senzienti, capaci di provare emozioni, sentimenti come ben sanno coloro che hanno un cane o un gatto in casa. Il discorso è analogo per una mucca, per un maiale, anch’essi a loro modo sono affettuosi e curiosi, peccato che non ci si provi neanche a notarle certe cose.

A dispetto di ciò, questi animali vengono trattati come oggetti. Il 99% degli allevamenti sono intensivi, gli animali allevati in spazi ristrettissimi senza mai la possibilità di uscire alla luce del sole. Soltanto l’1% degli animali più “fortunati” possono pascolare e vengono trattati meno peggio, seppur anche a loro tocca la stessa fine degli altri. (Quindi riguardo questo aspetto, se anche fosse come dice Woodstock che gran parte delle aree della Terra l'unica possibilità di pascolo è per caprini e ovini su terreni inabili alle coltivazioni, purtroppo questo aspetto c’entra ben poco con i mangiatori di carne visto che non vengono fatti pascolare).

Riguardo il trattamento degli animali vi rimando al documentario che proprio Alessio ha postato qualche giorno fa, dovrebbe essere più che sufficiente (io sinceramente non me la sono sentita di vederlo): http://alessios4.blogspot.com/2008/06/earthlings-un-altro-documentario.html

2- Scelta ecologica, sociale e fame nel mondo

Molti uomini di scienza e pensiero hanno creduto che la scelta vegetariana fosse quella giusta per l' armonia del pianeta. Dal genio rinascimentale di Leonardo da Vinci, che non poteva sopportare che i nostri corpi fossero le tombe degli animali, fino ad Albert Einstein, il più grande scienziato del ' 900, che presagiva che nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla Terra, quanto l' evoluzione verso una dieta vegetariana.

Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno a causa della fame, della denutrizione e delle malattie ad essa collegate. Di queste circa 18.000 sono bambini. Ciò significa che ogni settimana muoiono circa 170.000 persone, ogni mese circa 700.000, ogni anno quasi 9 milioni. In totale, un miliardo di individui non ha cibo a sufficienza, mentre un altro miliardo consuma carne in maniera smodata.

Veronesi afferma che i prodotti agricoli a livello mondiale sarebbero in realtà sufficienti a sfamare i sei miliardi di abitanti, se venissero equamente divisi, e soprattutto se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare i tre miliardi di animali da allevamento. Ogni anno 150 milioni di tonnellate di cereali sono destinate a bovini, polli e ovini, con una perdita di oltre l' 80% di potenzialità nutritiva; in pratica il 50% dei cereali e il 75% della soia raccolti nel mondo servono a nutrire gli animali d' allevamento.

La metà delle terre fertili del pianeta viene usata per coltivare cereali, semi oleosi, foraggi, proteaginose, destinati agli animali. Per far fronte a questa immensa domanda - in continuo aumento, in quanto le popolazioni che tradizionalmente consumavano poca carne oggi iniziano a consumarne sempre di più - si distruggono ogni anno migliaia di ettari di foresta pluviale, il polmone verde del pianeta, per far spazio a nuovi pascoli o a nuovi terreni da coltivare per gli animali, che in breve tempo si desertificano, e si fa un uso smodato di prodotti chimici per cercare di ricavare raccolti sempre più abbondanti.

Per consumo di risorse, latte e carne sono indiscutibilmente i "cibi" più dispendiosi, inefficienti e inquinanti che si possano concepire: oltre alla perdita di milioni di ettari di terra coltivabile (che potrebbero essere usati per coltivare vegetali per il consumo diretto degli umani), e oltre all'uso indiscriminato della chimica, vi è la questione dell'enorme consumo d'acqua in un mondo irrimediabilmente assetato, il consumo di energia, il problema dello smaltimento delle deiezioni animali e dei prodotti di scarto, le ripercussioni sul clima, l'erosione del suolo, e la desertificazione di vaste zone.

Ho detto che carne e latte sono gli alimenti più “dispendiosi”, ora spiego cosa si intende.

Nel trasformare vegetali in proteine animali, un'ingente quantità delle proteine e dell'energia contenute nei vegetali viene sprecata: il cibo serve infatti a sostenere il metabolismo degli animali allevati, ed inoltre vanno considerati i tessuti non commestibili come ossa, cartilagini e frattaglie, e le feci.

Esiste il cosiddetto "indice di conversione", che misura la quantità di cibo necessaria a far crescere di 1 kg l'animale. Ad un vitello servono 13 kg di mangime per aumentare di 1 kg, mentre ne servono 11 a un vitellone (un bue giovane) e 24 ad un agnello. I polli richiedono invece solo 3 kg di cibo per ogni kg di peso corporeo. Se si considera poi che l'animale non è tutta carne, ma vi sono anche gli "scarti", queste quantità vanno raddoppiate.

Il rendimento delle proteine animali è ancora più basso.

Un bovino, ad esempio, ha un'efficienza di conversione delle proteine animali di solo il 6%: consumando cioè 790 kg di proteine vegetali, produce meno di 50 kg di proteine.

L'economista Frances Moore Lappé fa notare come, nel 1979, 145 milioni di tonnellate di cereali e soia siano stati utilizzate negli USA come mangime per gli animali. Di queste, solo 21 milioni sono state poi rese disponibili per l'alimentazione umana in forma di carne, latte e uova. I 124 milioni di tonnellate di cibo vegetale sprecato avrebbero fornito una porzione di cibo nutriente per tutti gli esseri umani della Terra, ogni giorno, per un anno.

Oltre allo spreco di energia necessaria per il funzionamento dell'organismo, va contata l'energia necessaria per la coltivazione del cibo per gli animali e per il funzionamento degli allevamenti stessi.

Dal punto di vista dell'uso di combustibile fossile, per ogni caloria di carne bovina servono 78 calorie di combustibile, per ogni caloria di latte ne servono 36, e per ogni caloria che proviene dalla soia sono necessarie solo 2 calorie di combustibile fossile, un rapporto di 39:1 a sfavore della carne.

Jon R. Louma afferma che per ogni caloria ingerita dall'americano medio, servono 9.8 calorie di carburante fossile, quindi in un anno un americano "mangia" 13 barili di petrolio.

3- Il problema dell’acqua

Ho voluto mettere in un punto a parte il problema dell’acqua, che a mio avviso è ancora più grave del problema della fame nel mondo.

Il 70% dell'acqua utilizzata sul pianeta è consumato dalla zootecnia e dall'agricoltura (i cui prodotti servono per la maggior parte a nutrire gli animali d'allevamento).
Quasi la metà dell'acqua consumata negli Stati Uniti è destinata alle coltivazioni di alimenti per il bestiame.

Gli allevamenti consumano una quantità d'acqua molto maggiore di quella necessaria per coltivare soia, cereali, o verdure per il consumo diretto umano.

Dobbiamo sommare, infatti, l'acqua impiegata nelle coltivazioni, che avvengono in gran parte su terre irrigate, l'acqua necessaria ad abbeverare gli animali e l'acqua per pulire le stalle.

Una vacca da latte beve 200 litri di acqua al giorno, 50 litri un bovino o un cavallo, 20 litri un maiale e circa 10 una pecora.
Il settimanale Newsweek ha calcolato che per produrre soli cinque chili di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media in un anno.

Facendo un calcolo basato sulla quantità di proteine prodotte si ottiene un rapporto molto sbilanciato a sfavore degli allevamenti: per un chilo di proteine animali occorre un volume d'acqua 15 volte maggiore di quello necessario alla produzione della stessa quantità di proteine vegetali.

Il Consiglio mondiale delle acque sostiene che da qui al 2020 per sfamare il mondo sarà necessario avere almeno il 17 per cento in più dell'acqua attualmente disponibile, diversamente sarà il disastro.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il 19% delle morti per malattie infettive sia dovuto alla scarsità di acqua. nel decennio 1980-1990 una nuova teoria di reidratazione ha salvato tre milioni di bambini da morte certa per malattie infantili come la diarrea.

4- L’uomo è onnivoro?

Domanda difficile a cui rispondere (ma non troppo forse).

Analizzando un po’ più in dettaglio il corpo umano e i suoi processi digestivi si possono notare curiose “coincidenze”.

Per dare un'idea dell'ipocrisia dell'uomo e della commedia che mette in atto per celare la verità, basta ragionare - anche per un solo attimo - sul modo in cui mangia la carne. L'uomo è costretto a camuffare questo cibo - non compatibile con il suo organismo - con una infinita quantità di salse e salsette, non prima di averlo fritto o bollito o invecchiato, e trasformato in mille modi. Questo modo di camuffare la realtà non so perché mi ricorda molto i politici :) Sembra che in fondo in fondo siamo tutti un po' politici :)

Se davvero l'uomo è un carnivoro od onnivoro (come molti, anzi moltissimi, credono), perché non mangia la carne come tutti gli altri veri carnivori ed onnivori, e cioè cruda? Sarebbe opportuno porsi di tanto in tanto questo genere di domande, senza dare tutto per scontato e senza dare credito alle altrui opinioni a scatola chiusa.

Provate solo per un attimo a pensare di togliere dall’uomo tutti quei condizionamenti che la società gli inculca. Impossibile vero? Sono d’accordo, ma possiamo fare una cosa, proviamo a prendere un essere umano in cui questo condizionamento è molto inferiore, e cioè: un bambino.

Prendiamo le cose come sono in natura, prendiamo un frutto e un animale, ammazziamo l'animale e lo squartiamo e mettiamo il bambino affamato di fronte ad una scelta, frutto o ventra dell'animale ammazzato fresco fresco (magari anche davanti al bambino, tanto se è la sua natura...).

Secondo voi cosa sceglierebbe?


Ora ripetiamo la stesso esperimento con un leone.


Secondo te cosa sceglierebbe?

Ora prendiamo un bambino, diciamogli che per natura deve mangiare carne sennò sta male, diciamogli che per natura è onnivoro, prendiamo l'animale ammazzato, cuociamolo, mettiamoci delle buone spezie e mettiamolo un'altra volta di fronte alla scelta. Questa volta forse sarebbe in grado anche di imbattersi nella scelta della carne, ma non è affatto detto, molto più probabilmente sceglierà ancora il frutto.

E non a caso i macelli sono sempre nascosti alla vista del pubblico: per potersi nutrire di animali, le persone devono allontanare il pensiero della loro uccisione, ci deve essere separazione tra l'immagine dell'animale vivo nella "fattoria" (sempre felice e giocoso nelle pubblicità) (che oggi ormai non esiste quasi più ed è sostituita dagli allevamenti intensivi) e la sua carne da infilzare con la forchetta. Se ciascuno dovesse ammazzare da sé gli animali che mangia, sicuramente molti di loro avrebbero salva la vita.

Molti biologi e fisiologi sono d'accordo nell'affermare che l'uomo, in realtà, non è fisiologicamente "costruito" per mangiare carne, e offrono prove estremamente convincenti. Vediamo quali: la classe dei carnivori ha una struttura fisica predatoria (artigli, canini sviluppati), intestino breve (solo 3 volte la lunghezza del tronco) e fortemente acido (10 volte di più di un normale erbivoro); l'intestino breve, lungo 3 volte il tronco, serve ad evitare una sosta troppo prolungata della carne ingerita, in quanto essa è facilmente putrescibile. L'intestino breve, inoltre, è fortemente acido perché deve neutralizzare le sostanze tossiche carnee.

Vediamo come avviene la digestione della carne: una volta giunta nello stomaco la carne ha bisogno, per essere digerita, della secrezione di succhi gastrici ricchissimi di acido idrocloridico. I carnivori, infatti, secernono grandi quantità di acido idrocloridrico, atto a sciogliere le ossa. Il tratto intestinale dove avviene l'ultima parte della digestione, che serve a far passare gli elementi nutrivi nel sangue, deve per forza di cose essere meno lungo possibile: si deve considerare, infatti, che il pezzo di carne altro non è che un cadavere in putrefazione che crea velenosi rifiuti all'interno del corpo. Il carnivoro, quindi, deve liberarsene il più presto possibile. Il problema, per i non carnivori, è la lunghezza del tratto intestinale, che a volte è lungo addirittura 20 volte il tronco. Se i non carnivori mangiassero carne, questa rimarrebbe nel loro corpo un tempo troppo lungo, avvelenandoli.

Passiamo alla classe degli erbivori: struttura fisica forte ma non aggressiva, dentatura priva di veri incisivi superiori per addentare frutti, e canini per dilaniare; intestino lungo sino a 20 volte il tronco, enzima digestivo capace di trasformare e assimilare la cellulosa delle piante. Gli erbivori secernono una quantità minima di acido idrocloridrico, non sufficiente a digerire del tutto la carne.

Poi c'è la classe degli onnivori, parenti stretti dei carnivori, che conservano una certa aggressività e sono simili in molte caratteristiche fisiche ai carnivori; molti, ad esempio, non collocano il cane tra i carnivori, poiché se nutrito di sola carne esso muore.

Adesso osserviamo l'uomo: struttura fisica non aggressiva, tubo digerente lungo 12 volte la lunghezza del tronco, mandibole deboli e non pronunciate, secrezione salivare idonea (grazie alla ptialina) agli amidi dei cereali, dentatura sviluppata soprattutto negli incisivi per mordere e addentare frutti e nei molari piatti e robusti per macinare semi, stomaco debole e poco acido, che non possiede gli enzimi adatti a neutralizzare le sostanze tossiche prodotte dalla decomposizione della carne; inoltre il suo intestino ha bisogno di stimoli che favoriscano il movimento peristaltico: frutti, cereali ed ortaggi hanno queste capacità, la carne no. L'intestino crasso, inoltre, per ottimizzare la sua funzione deve avere un contenuto acido: i semi, le radici e i frutti lasciano nel crasso residui acidi, mentre le carni lasciano residui alcalini: ammoniaca e basi diverse. Fisiologicamente l'uomo è più simile ai mangiatori di piante e agli animali da pascolo e da foraggio (come le scimmie, gli elefanti e le mucche), che non ai carnivori come tigri e leopardi. I carnivori, ad esempio, non traspirano dalla pelle: la temperatura corporea viene regolata con il respiro accelerato e l'estrusione della lingua. Gli animali vegetariani, invece, sono dotati di pori sudoriferi per eliminare le impurità e regolare la temperatura.

Tutte coincidenze? Sarà ma a me non mi convince...

I carnivori devono lambire i liquidi (esempio: i gatti), mentre gli animali vegetariani succhiano i liquidi attraverso i denti, come gli uomini.

Pare proprio che l'uomo non rientri né nella classe dei carnivori, né in quella degli onnivori, anzi per alcune caratteristiche fisiche potrebbe essere accostato ai frugivori (come le scimmie) ed in modo minore ai granivori (scoiattoli e topi). Vediamo perché: l'uomo ha una mano pensile come le scimmie e i roditori, atta ad afferrare e cogliere frutti ed oggetti tondeggianti. Se consideriamo la placenta, quella umana è discoidale, come quella delle scimmie antropoidi. Sembra dunque che l'uomo abbia come cibo elettivo i semi, la frutta, la verdura e gli ortaggi.

Quale conclusione dovremmo dunque trarre da questa breve analisi scientifica?

Esistono prove evidenti del fatto che gli essere umani non sono adatti a mangiare carne, e chi decide volontariamente di ignorare tali prove, se ne assume tutte le responsabilità.

5- L’istinto e l'intuito

Molto spesso mi sento ripetere che l’uomo è superiore agli animali, senza però andare a vedere gli innumerevoli casi in cui gli animali sono superiori all’uomo, per vista, udito, olfatto e tantissime altre caratteristiche. Allora sta forse scritto da qualche parte che un essere superiore ha il diritto di togliere la vita a piacimento agli esseri inferiori? Se così fosse al mondo resterebbe solo quell’unico essere (neanche specie) superiore, ma ovviamente non è così, tale diritto non lo si ha.

La scienza di cui tanto ci vantiamo, la medicina, sapete che l’uomo spesso e volentieri si riduce a "copiare" gli animali per fare le “scoperte”?

Si avete capito bene, "copiare", come quando lo studente somarello non sa cosa scrivere nel compito in classe e copia dal compagno più bravo. Vi riporto di seguito questo interessante articolo.

Si sa, gli animali sanno curarsi molto meglio di noi. Più attenti ai segnali che il loro fisico lancia loro, sono addirittura in grado di anticipare il medico. Prediligono, neanche a dirsi, i rimedi naturali. Così, chi ingoiando intere piante, chi frutti particolari per “regolare” le gravidanze, sono un esempio della loro capacità di auto curarsi. Adoperano efficaci rimedi naturali per liberarsi da pulci e parassiti, curano le proprie ferite e i propri malesseri con particolari erbe mediche. Tanto che molti di loro hanno insegnato a medici, chimici ed erboristi le proprietà medicamentose di numerose piante.
Un gruppo internazionale di biologi ha scoperto che gli scimpanzé di un parco nazionale in Uganda consumano argilla e foglie di una pianta africana, per combattere la malaria. Le scimmie ingoiano l’argilla (tra l’altro ricca di un minerale che cura i disturbi intestinali), prima o immediatamente dopo aver ingerito la pianta. Grazie ad analisi di laboratorio, si è chiarito il motivo: l’effetto antimalarico viene raggiunto solo se la pianta è ingoiata assieme all’argilla.

(Non è strabiliante!?!?!? Addirittura la difficoltà non stava nell’intuire un solo componente medicamentoso, ma due che insieme reagivano chimicamente! E poi mi venite a dire che l’uomo è superiore? Che noi abbiamo la scienza? Per forza, loro non ne hanno bisogno della nostra imperfetta scienza, hanno sviluppato molto meglio di noi qualcosa di molto più potente: l’INTUITO.

Sono convinto che anche noi esseri umani potremmo svilupparlo, ma sembra che si sia optati per un’altra via, quella della ragione che nega l’intuito…e andiamo avanti così).

Continuo con l'articolo...

Lo storno costruisce il nido aggiungendo parti di alcune piante, tipo la carota selvatica, perché proteggerà i piccoli dai parassiti. Il bufalo cerca caverne per procurarsi sali minerali che lecca dalle rocce così da integrare la sua dieta carente di queste sostanze. E ancora: il colobo rosso, una scimmia, ha una singolare alimentazione: predilige il carbone nelle sue varie forme. Siccome va matto per le foglie di piante di mango e mandorlo indiano, ricche però di sostanze che interferiscono con la digestione, il carbone annulla l’effetto indesiderato permettendo l’assorbimento di preziose proteine.

Insomma, è evidente che gli animali siano maestri di automedicazione. Per istinto, o per apprendimento dai genitori, sanno mantenersi in ottima salute nel loro habitat, senza l’ausilio del veterinario. Nella loro alimentazione evitano accuratamente sostanze velenose e, se proprio gli capita d’intossicarsi sanno come riparare.
Altra piccola considerazione per cercare di capire qual è la nostra natura, pensiamo all'istinto, quando un bambino vede una lepre correre, o un passero volare, quanti di loro ci vedono del cibo? (se il bambino non è troppo condizionato)

Proviamo invece ad osservare un leone, cosa credete che ci veda lui in una gazzella che corre?
Il bambino e il leone secondo voi provano le stesse emozioni? Potremmo dire che queste emozioni vengono provate anche di fronte ad un frutto?
Non credo proprio.

Il leone, o anche un semplice gatto domestico, al solo odore della carne cruda impazzisce mentre un bambino ne resta schifato. Significa qualcosa questo secondo voi?

Chi ammazza gli animali ha dovuto imparare e abituarsi, non è stato facile per nessuno e soprattutto i bambini se hanno l'opportunità di vedere l'uccisione degli animali che poi finiscono nella loro tavola ne restano scioccati. Credo che per nessuno sia stato piacevole e facile sgozzare la gallina, o il coniglio o il maiale le prime volte, ma poi ci si abituta (sta cosa mi ricorda un po' i killer, accade lo stesso processo).

Perché nelle scuole si fanno spesso e volentieri visite guidate in fabbriche alimentari ma mai viene in mente loro di portare i bambini in un allevamento intensivo e fargli vedere come vengono uccisi gli animali? Se per l'uomo è un gesto naturale non vedo cosa ci sia di male nel mostrarlo ai bambini, nel mondo animale accade così, la mamma mostra al cucciolo come cacciare e questo lo ripete fino a che il cucciolo cresce e diventa capace di procurarsi il cibo da solo.

Questa cosa è possibile osservarla perfino con i gatti domestici (per chi ha un giardino ed essi sono liberi di uscire), la mamma quando ha i micetti piccoli va sempre a cacciare qualche lucertola o qualche passero per mostrarli loro (perfino se la mamma usualmente non caccia mai ma si limita a mangiare crocchette, almeno questo è quello che la mia gatta fà).

Vorrei far notare un altro aspetto, la natura è una cosa, l'istinto di sopravvivenza è un'altra, e ciò che l'uomo fà nel momento in cui sente minacciata la sua sopravvivenza non possiamo certo considerarlo naturale, ma a situazioni eccezionali si trovano rimedi eccezionali.

In Iraq ad esempio i prigionieri di guerra chiusi in container per istinto di sopravvivenza hanno mangiato altri cadaveri umani e feci e hanno bevuto urine, possiamo dire che tutto quello che l'uomo è in grado di fare è naturale? Credo di no. Allora è bene non confondere ciò che facciamo con gioia e semplicità da ciò che per farlo (mi riferisco all'uccisione degli animali per mangiarli) abbiamo bisogno di vincere un certo ribrezzo (sintomo di errore).

Concludo augurandovi di risvegliare in voi quell’intuito che ognuno di voi ha e che consce la Verità ultima delle cose.

Un saluto affettuoso, e rispetto comunque le vostre scelte, vegetariani o non vegetariani, l'importante è essere convinti di quello che si fà ed avere delle ragioni per cui le si fà, e soprattutto cercare la Verità, perché come disse un tale: chi cerca trova.



Ma i vegetariani riescono ad acquisire il ferro senza mangiare carne?

Per molto tempo questa domanda è stata alla base di interessanti discussioni. La domanda se i vegetariani riescono comunque a reperire la giusta quantità di ferro pur non mangiando carne animale risulta essere una delle domande più discusse fra i dietologi.
Perchè il ferro è così importante? Perchè una sua carenza può portare all’anemia che infatti si verifica quando il livello di ferro nel sangue si abbassa con conseguente difficoltà nel trasporto dell’ossigeno. Il ferro è un minerale ed è una componente essenziale dell’emoglobina, molecola che si trova in tutti i globuli rossi e responsabile del trasporto del’ossigeno. L’assunzione di ferro è molto importante perché il nostro corpo non è in grado di produrlo e lo ricava solo dall’alimentazione; anche il sistema di immagazzinamento non è ottimale come ad esempio quello dei grassi o degli zuccheri.

I segni e sintomi che, oltre al classico pallore, si accompagnano all’anemia sono:
* stanchezza, svogliatezza e incapacità alla concentrazione
* affanno da sforzo fisico
* tachicardia (aumento del numero dei battiti cardiaci anche a riposo - in un soggetto adulto 60-80 battiti al minuto sono da considerarsi normali)
* mal di testa persistente
* glossite (infiammazione e dolore da lesioni che compaiono sulla lingua)
* nausea e disturbi della digestione
* perdita dell’appetito
* vertigini e senso di stordimento
* gengive sanguinanti.
Non è detto che tutti questi disturbi siano sempre presenti, ma se ci sono, è molto probabile che valga la pena di approfondire con un esame del sangue.

Si tende ad associare questa malattia alle persone che scelgono un regime alimentare privo di carne perché la più grossa fonte di ferro per il corpo sono proprio le carni rosse e il pesce.
Detto questo la risposta all’annosa questione è: SI!
Potete assumere tutto il ferro di cui avete bisogno anche non mangiando carne o pesce e questo i vegetariani lo sanno bene. Eccovi una piccola lista di alimenti che sono in grado di fornire il ferro necessario al corpo: lenticchie; fagioli; semi, noci, ortaggi a foglie verdi, tofu, i prodotti della soia, olive, fagioli, patate, farina integrale, pomodori, prezzemolo, aglio, funghi, fichi secchi, uva passa.
Per le persone preoccupate per il loro livello di ferro nel sangue basterà un semplice esame del sangue per avere tutte le informazioni necessarie.

P.S. Ricordo a tutti che ho appena creato un nuovo forum dove parlare di questo ed altri intressanti argomenti, siete tutti benvenuti a partecipare: http://wwwnonsolospiritualita.forumup.it/

mercoledì 11 giugno 2008

Gandhi - Breve biografia e intervista

Salve a tutti, oggi voglio postarvi due bellissimi video su Gandhi, l'uomo che più ammiro, che più mi dà speranza, che più stimo, rappresenta un vero e proprio modello per me.

In questo video troverete una brevissima biografia su di lui, sono convinto che tutti conosciate piuttosto bene la sua vita, ma almeno parlandone, o con qualche post, voglio rendere un mio piccolo omaggio a questo grande uomo, a questo Mahatma.



In quest'altro video, trovate invece una sua intervista:



Così, magro, denutrito, ma quale fermezza, quale potere nelle sue parole, quale ponderatezza nel pronunciarle, ogni parola sembra così carica di energia, così consapevole e così determinata e senza compromessi.

Non si pronuncia su cose che non può sapere, e quello che apprezzo di lui è quanto è vero, la sua onestà e la sua capacità di mostrarsi per quello che è veramente e per come è veramente.

Giusto per collegarmi al tema sul vegetarianesimo cito una sua frase:

Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali

martedì 10 giugno 2008

L'importanza di diventare vegetariani

Salve a tutti, vi riporto un articolo tratto da "Repubblica" del 6 Giugno.

Proprio ieri mi è capitato di trattare argomenti sul tema vegetarianesimo nei commenti del Blog di Alessio a seguito di un suo post. Approfitto per rivolgere ad Alessio i miei complimenti per la sua onestà e per il suo impegno sul tema.

Devo dire che a mio modesto parere sul tema vegetarianesimo c'è ancora molta confusione e oserei dire un po' di ignoranza, con tutto il rispetto.

Questo articolo aiuta a capire meglio alcune delle conseguenze di qeusta scelta importante.

L' IMPORTANZA DI DIVENTARE VEGETARIANI

Repubblica — 06 giugno 2008 pagina 39 sezione: COMMENTI
Ciò che il vertice Fao "ha dimenticato" di discutere è il cuore del problema della fame nel mondo, che non è solo legato ai costi di produzione e distribuzione dei cibi, ma soprattutto alle abitudini alimentari della popolazione del pianeta. Occorre una rivoluzione nell' alimentazione dei Paesi ricchi per dare il via concretamente e subito ad una soluzione della tragedia dei Paesi poveri, dove si soffre la fame. Noi siamo alle prese con il problema opposto: aumenta l' obesità fra i nostri figli, le nostre adolescenti anoressiche usano il troppo cibo come ricatto e se ne privano fino a lasciarsi morire, la nostra dieta opulenta ci fa ammalare sempre di più. Proprio su questi temi si riuniranno a Venezia a settembre alcuni fra i maggiori esperti per la Quarta Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza: «Food and Water for Life». Io penso che l' ingiustizia alimentare sia una delle peggiori iniquità dei nostri tempi: una questione di civiltà e di cultura, che ci riguarda tutti da vicino. C' è un comportamento individuale responsabile, infatti, che può contribuire a riequilibrare questi due drammatici estremi ed è la riduzione del consumo di carne. Molti uomini di scienza e pensiero hanno creduto che la scelta vegetariana fosse quella giusta per l' armonia del pianeta. Dal genio rinascimentale di Leonardo da Vinci, che non poteva sopportare che i nostri corpi fossero le tombe degli animali, fino ad Albert Einstein, il più grande scienziato del ' 900, che presagiva che nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla Terra, quanto l' evoluzione verso una dieta vegetariana. Anch' io sono convinto che il vegetarianesimo sia inevitabile, per tre motivi. Il primo è di ordine ecologico/sociale. I prodotti agricoli a livello mondiale sarebbero in realtà sufficienti a sfamare i sei miliardi di abitanti, se venissero equamente divisi, e soprattutto se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare i tre miliardi di animali da allevamento. Ogni anno 150 milioni di tonnellate di cereali sono destinate a bovini, polli e ovini, con una perdita di oltre l' 80% di potenzialità nutritiva; in pratica il 50% dei cereali e il 75% della soia raccolti nel mondo servono a nutrire gli animali d' allevamento. L' America meridionale, per fare posto agli allevamenti, distrugge ogni anno una parte della foresta amazzonica grande come l' Austria. Trentasei dei quaranta Paesi più poveri del mondo esportano cereali negli Stati Uniti, dove il 90% del prodotto importato è utilizzato per nutrire animali destinati al macello. Viviamo in un mondo dove un miliardo di persone non ha accesso all' acqua pulita e per produrre un chilo di carne di manzo occorrono più di trentamila litri di acqua. Già oggi non riusciamo neppure a contare quante malattie e quante morti potrebbe evitare un minor consumo di carne. Veniamo così indirettamente alla seconda motivazione del vegetarianesimo, che è la tutela della salute. Non ci sono dubbi che un' alimentazione povera di carne e ricca di vegetali sia più adatta a mantenerci in buona forma. Gli alimenti di origine vegetale hanno una funzione protettiva contro l' azione dei radicali liberi, cioè quelle molecole che possono alterare la struttura delle cellule e dei loro geni. Si può quindi pensare che chi segue un' alimentazione ricca di alimenti vegetali è meno a rischio di ammalarsi e possa vivere più a lungo. C' è poi un secondo fattore. Noi siamo circondati da sostanze inquinanti, che possono mettere a rischio la nostra vita. Sono sostanze nocive se le respiriamo, ma lo sono molto di più se le ingeriamo. Consumando carne, ci mettiamo proprio in questa situazione, perché dall' atmosfera queste sostanze ricadono sul terreno, e quindi sull' erba che, mangiata dal bestiame, (o attraverso i mangimi) introduce le sostanze nocive nei suoi depositi adiposi, e infine nel nostro piatto quando mangiamo la carne. L' accumulo di sostanze tossiche ci predispone a molte malattie cosiddette "del benessere" (diabete non insulino-dipendente, aterosclerosi, obesità). Anche il rischio oncologico è legato alla quantità di carne che consumiamo. Le sostanze tossiche si accumulano più facilmente nel tessuto adiposo, dove rimangono per molto tempo esponendoci più a lungo ai loro effetti tossici. Frutta e verdura sono alimenti poverissimi di grassi e ricchi di fibre: queste, agevolando il transito del cibo ingerito, riducono il tempo di contatto con la parete intestinale degli eventuali agenti cancerogeni presenti negli alimenti. I vegetali poi, oltre a contaminarci molto meno degli altri alimenti, sono scrigni di preziose sostanze come vitamine, antiossidanti e inibitori della cancerogenesi (come i flavonoidi e gli isoflavoni), che consentono di neutralizzare gli agenti cancerogeni, di "diluirne" la formazione e di ridurre la proliferazione delle cellule malate. La terza motivazione, ma non ultima, è di ordine etico-filosofico ed è quella che ha fatto di me un vegetariano convinto da sempre. Io ero un bambino di campagna, amico degli animali e oggi sono un uomo che ha il massimo rispetto per la vita in tutte le sue forme, specie quando questa non può far valere le proprie ragioni. Il cibo è per me una forma di celebrazione della vita, ma non mi piace celebrare la vita negando la vita stessa ad altri esseri. - UMBERTO VERONESI

lunedì 9 giugno 2008

Forum

Salve a tutti, sono felice di informarvi che è da qualche giorno che sto lavorando alla creazione di un forum per poter parlare con voi, e con chiunque altro sia interessato, degli argomenti che tratto in qeusto blog e di qualunque altra cosa vi interessi.

Il forum è chiamato " NON SOLO SPIRITUALITA' "

Ho deciso di pubblicizzarlo solo ora poiché sta solo ora iniziando a prendere forma :)

Siete tutti benvenuti nel forum, non siate timidi, registratevi e presentatevi, sono certo nasceranno grazie a voi molte discussioni interessanti e proprio per questo vi ringrazio anticipatamente.

C'è bisogno di ognuno di voi affinché il forum possa viaggiare a gonfie vele, per ora è solo una piccola barchetta appena messa in mare, vediamo cosa riusciremo a farla diventare.

Grazie

Il link del forum è:
http://wwwnonsolospiritualita.forumup.it/


(N.B. www non è seguito dal punto)

domenica 8 giugno 2008

La realtà della fisica quantistica

Salve a tutti, vi propongo questo video molto interessante, sono sicuro possa aiutarvi a capire meglio molti accadimenti della vostra vita quotidiana, i vostri limiti psicologici e il potere della mente umana.

Buona visione.





















giovedì 5 giugno 2008

Principio di non località

Vi posto questo video che possa aiutarvi a capire come tutti quanti noi siamo strettamente collegati da un qualcosa che la scienza non conosce esattamente cosa sia, forse si tratta di un campo, ma non si sà.

Quello che si sà è che accadono molte cose che la scienza ancora non si spiega e mai comeoggigiorno la scienza sta diventando sempre più consapevole di non sapere.

Il nostro destino

"Semini un'azione e raccogli un'abitudine. Semini un'abitudine e raccogli un carattere. Semini un carattere e raccogli un destino.

Le impressioni dei pensieri, sentimenti e azioni sono impresse indelebilmente nella mente subconscia. Tu sei l'autore di questi pensieri e abitudini.

Quello che sei oggi è il risultato del tuo passato. Tu puoi fare e disfare esso attraverso pensieri e opere." - Swami Sivananda



--------------------------------------------------------------------------------------------------
(English version)


"You sow an action and reap a habit. You sow a habit and reap a character. You sow a character and reap a destiny.

The impressions of thoughts, feelings and actions are impressed indelibly on the subconscious mind. You are the author of these thoughts and habits.

What you are today is the result of your past. You can make and unmake it through thoughts and deeds." - Swami Sivananda

mercoledì 4 giugno 2008

Priorità nella vita

Quando ti sembra di avere troppe cose da gestire nella vita, quando 24 ore in un giorno non sono abbastanza... ricordati del vaso della maionese e dei due bicchieri di vino...

Un professore stava davanti alla sua classe di filosofia e aveva davanti alcuni oggetti, quando la classe incominciò a zittirsi prese un grande barattolo di maionese vuoto e lo inizio’ a riempire di palline da golf, chiese poi agli studenti se il barattolo fosse pieno e questi risposero che lo era.
Il professore allora prese un barattolo di ghiaia e la rovesciò nel barattolo di maionese, lo scosse leggermente e i sassolini si posizionarono negli spazi vuoti tra le palline da golf.
Chiese di nuovo agli studenti se il barattolo fosse pieno e questi concordarono che lo era.
Il professore prese allora una scatola di sabbia e la rovesciò nel barattolo, ovviamente la sabbia si sparse ovunque all'interno.
Chiese ancora una volta se il barattolo fosse pieno e gli studenti risposero con un unanime 'si'.
Il professore estrasse quindi due bicchieri di vino da sotto la cattedra e rovesciò il loro intero contenuto nel barattolo andando così effettivamente a riempire gli spazi vuoti nella sabbia;gli studenti risero.
'Ora', disse il professore non appena la risata si fu placata, 'voglio che consideriate questo barattolo come la vostra vita:
le palle da golf sono le cose importanti; la vostra famiglia, i vostri bambini, la vostra salute, i vostri amici e le vostre passioni, le cose per cui, se anche tutto il resto andasse perduto, e solo queste rimanessero, la vostra vita continuerebbe ad essere piena; i sassolini sono le altre cose che hanno importanza come il vostro lavoro, la casa, la macchina... la sabbia è tutto il resto, le piccole cose.
Se voi mettete nel barattolo la sabbia per prima non ci sarà spazio per la ghiaia e nemmeno per le palle da golf, lo stesso vale per la vita, se spendete tutto il vostro tempo e le vostre energie dietro le piccole cose non avrete più spazio per le cose che sono importanti per voi.
Prestate attenzione alle cose che sono indispensabili per la vostra felicità; giocate con i vostri bambini, godetevi la famiglia e genitori fin che ci sono.... portate il vostro compagno/a fuori a cena... e non solo nelle occasioni importanti !
tanto ci sarà sempre tempo per pulire la casa o fissare gli appuntamenti.
Prendetevi cura per prima delle palle da golf,le cose che contano davvero.
Fissate le priorità... il resto è solo sabbia.'


Uno degli studenti alzò la mano e chiese cosa rappresentasse il vino.
Il professore sorrise: 'Sono felice che tu l'abbia chiesto, serve solo per mostrarvi che non importa quanto piena possa sembrare la vostra vita, ci sarà sempre spazio per un paio di bicchieri di vino con un amico'.