lunedì 2 novembre 2009

ZEITGEIST - La verità ci renderà liberi

Innanzitutto saluto tutti quei sporadici lettori che capitano di tanto in tanto nel mio blog, è da diverso tempo che non scrivo più per vari motivi, in primis il lavoro che non mi permette più di avere il tempo libero che desidererei avere.

E' da molto tempo e per diverse volte che mi è stato suggerito di vedere questo video da persone svariate. Sinceramente, non so' perché ma sono sempre stato un po' riluttante del vederlo, finché ieri sera mi sono finalmente deciso ed ho iniziato a guardarlo, con spirito piuttosto critico ma anche aperto, cercando di tenere lontano i pregiudizi.

Ieri ho visto le pime 10 parti e oggi ho finito di vederlo, e devo dire, che...non so se quanto si faccia vedere nel video sia o meno la verità, non so se ci siano dei fondamenti seri e ufficiali, ma quello che è certo è che c'è una logica, quello che il video mostra rappresenta sicuramente una delle infinite possibili interpretazioni del passato, così come rappresenta una delle innumerevoli possibilità che ci aspettano per il futuro, e onestamente mi spaventa un po' che tutto questo abbia una logica, una logica che fà si che la probabilità che quel futuro si verifichi aumenti.

Consigli pertanto vivamente a tutti di vedere questo video, una vista dei fatti da un diverso punto di vista, o da una diversa angolazione, fosse anche fantasiosa, non può che far bene ogni tanto e magari aiuta anche a riflettere su molte cose.

Buona visione.



























lunedì 10 agosto 2009

L'esperienza

L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, e poi ti spiega la lezione.

- - -

L'esperto è una persona che ha fatto in un campo molto ristretto tutti i possibili errori.

domenica 19 luglio 2009

La forza di volontà e il successo

Ascoltate questi due video di questo grande uomo. Se la maggior parte della gente si fosse trovata nella sua situazione, non so come sarebbe stata la loro vita e di quante cose sarebbero state capaci, lui invece non si è mai arreso di fronte alle difficoltà che il suo corpo presentava e...guardate pure da voi stessi, di cosa è capace la mente umana e la forza di volontà.





Quest'ultimo video è solo in inglese, ma anche se non conoscete l'inglese, guardatelo per poter vedere i risultati pratici della forza di volontà.

venerdì 29 maggio 2009

La vita e lo specchio

"Non essere così triste e pensieroso,
ricorda che la vita
è come uno specchio,
ti sorride se la guardi sorridendo"

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"Il mio migliore amico
è lo specchio,
perché quando piango
non ride mai"

Jim Morrison

martedì 26 maggio 2009

Dieci domande a Berlusconi - Ten questions to Mr. Berlusconi

Ragazzi, chiunque di voi è stufo delle bugie e voglia un po' più di chiarezza da parte del premier, diffondete, diffondete, diffondete, domande e video.
I codici dei video da accorpare li potete trovare qui in italiano e qui in inglese.



Le domande:

1. Signor Presidente come e quando ha conosciuto il padre di Noemi Letizia?
2. Nel corso di questa amicizia quante volte vi siete incontrati e dove?
3. Come descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia?
4. Perché ha discusso le candidature con Letizia che non è neanche iscritto al Pdl?
5. Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?
6. Quante volte ha avuto modo di incontrare Noemi Letizia e dove?
7. Lei si occupa di Noemi e del suo futuro e sostiene economicamente la sua famiglia?
8. E’ vero che lei ha promesso a Noemi di favorire la sua carriera nello spettacolo e in politica?
9. Veronica Lario ha detto che lei “frequenta minorenni”. Ce ne sono altre che incontra o “alleva”?
10. Sua moglie dice che lei “non sta bene” e che andrebbe aiutato. Quali sono le sue condizioni di salute?




The questions:
1. Mr President, how and when did you first meet Noemi Letizia's Father?
2. During the course of this friendship how many times, and where, have you met?
3. How would you describe the reasons for your friendship with Benedetto Letizia?
4. Why did you discuss candidates with Signor Letizia, who is not even a memeber of the PDL?
5. When did you get to know Noemi Letizia?
6. How many times have you met Noemi Letizia, and where?
7. Do you take an interest in Noemi and her future, or support her family economically in any way?
8. Is it true that you promised Noemi you would help her career in show business or politics?
9. Veronica Lario said that you "frequent under-age girls". Do you meet any others or "bring them up"?
10. Your wife says that you are not well and that you "need help". What is the state of your health?

sabato 16 maggio 2009

Lettera ad un figlio

Se puoi vedere distrutto il lavoro di tuttta la tua vita

e senza dire una parola ricominciare,

se puoi perdere i guadagni di cento partite

senza un gesto e senza un sospiro di rammarico,

se puoi essere un amante perfetto

senza che l'amore ti renda pazzo,

se puoi essere forte senza cessare di essere tenero

e sentendoti odiato non odiare, pure lottando e difendendoti.

Se tu sai meditare, osservare, conoscere,

senza essere uno scettico o un demolitore,

sognare senza che il sogno diventi il tuo padrone,

pensare senza essere soltanto un pensatore,

se puoi essere sempre coraggioso e mai imprudente,

se tu sai essere buono e saggio

senza diventare nè moralista, nè pedante.

Se puoi incontrare il Trionfo e la Disfatta

e ricevere i due mentitori con fronte eguale,

se puoi conservare il tuo coraggio e il tuo sangue freddo

quando tutti lo perdono.

Allora i Re, gli Dei, la Fortuna e la Vittoria

saranno per sempre tuoi sommessi schiavi

e, ciò che vale meglio dei Re e della Gloria,

Tu sarai un uomo.

Rudyard Kipling

domenica 10 maggio 2009

Evoluzione dell'Influenza A(H1N1)

7 May 2009: 24 paesi hanno ufficialmente riportato 2371 casi di influenza A (H1N1).

Nel Messico 1112 laboratori hanno riportato casi umani di infezione, incluesi 42 decessi. Gli Stati Uniti hanno riportato 896 casi confermati incluse 2 morti.

I seguenti paesi hanno riportato casi confermati senza alcun caso di morte:
Austria (1), Canada (201), China, Hong Kong Special Administrative Region (1), Colombia (1), Costa Rica (1), Denmark (1), El Salvador (2), France (5), Germany (10), Guatemala (1), Ireland (1), Israel (6), Italy (5), Netherlands (2), New Zealand (5), Poland (1), Portugal (1), Republic of Korea (3), Spain (81), Sweden (1), Switzerland (1) and the United Kingdom (32).

10 May 2009: 29 paesi hanno ufficialmente riportato 4379 casi di influenza A(H1N1).

Il Messico ha riportato 1626 casi umani di infezione, incluse 45 morti. Gli Stati Uniti hanno riportato 2254 casi umani di infezione, incluse 2 morti. Il Canada ha riportato 280 casi umani di infezione confermati, inclusi una morte. Il Costa Rica ha riportato 8 casi umani confermati, inclusi una morte.

I seguenti paesi hanno riportato casi confermati di infezione senza alcun morto:

Argentina (1), Australia (1), Austria (1), Brazil (6), China, Hong Kong Special Administrative Region (1), Colombia (1), Denmark (1), El Salvador (2), France (12), Germany (11), Guatemala (1), Ireland (1), Israel (7), Italy (9), Japan (4), Netherlands (3), New Zealand (7), Panama (3), Poland (1), Portugal (1), Republic of Korea (3), Spain (93), Sweden (1), Switzerland (1) and the United Kingdom (39).

mercoledì 6 maggio 2009

Gli italiani e l'inglese

Oggi vi posto un video molto divertente sugli italiani e il loro inglese:


lunedì 4 maggio 2009

Evoluzione dell'influenza A(H1N1)

Riporto alcuni dati che mostrano l'evolversi dell'influenza A(H1N1) in questi giorni.

30 Aprlie: i morti ammontavano a 7.

1 Maggio: confermati 16 decessi in Messico più 1 negli USA. 15 paesi hanno ufficialmente riportato 615 casi di influenza A(H1N1).

4 Maggio: i decessi sono saliti a 25 e 20 sono i paesi ad aver riportato ufficialmente 985 casi di influenza A (H1N1).

Qui potete trovare una mappa dei casi riportati al 3 maggio:

http://www.who.int/csr/disease/swineflu/GlobalSubnationalMaster_20090503_1630_lrg.jpg

giovedì 30 aprile 2009

Pandemia imminente

Per quanti non lo sapessero riporto innanzitutto cos'è una PANDEMIA (tratto da Wikipedia):

"Una pandemia (dal greco pan-demos, "tutto il popolo") è una epidemia la cui diffusione interessa più aree geografiche del mondo, con un alto numero di casi gravi ed una mortalità elevata."

A volte non le capisco proprio le politiche italiane. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) sembra seriamente preoccupata e allarmata riguardo l'influenza suina mentre apro ad esempio il Corriere della Sera e mi devo leggere Fazio che dice:

« Ci attendiamo a breve i primi casi anche in Italia, ma siamo tranquilli perché abbiamo visto l'evoluzione clinica negli altri Paesi. Questo virus si sta dimostrando poco aggressivo, inferiore a una normale influenza».

Io sono allibito, ma stiamo scherzando? C'è gente che è morta con questo virus "poco aggressivo", l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha portato il livello di allerta a 5 (quasi il più elevato che è 6) e tu dici "poco aggressivo, inferiore a una normale influenza"???

Voglio riportare allora di seguito la dichiarazione (da me tradotta un po' di fretta) rilasciata ieri dal Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Margaret Chan sul sito ufficiale e tra parentesi tonde trovate i miei commenti e la mia analisi di lettura del testo (prendetela per quello che è, una semplice interpretazione di una persona qualsiasi).

La dichiarazione la trovate qui di seguito e sul sito ufficiale WHO.

"Signore e Signori,

basato sulle valutazioni di tutte le informazioni disponibili, e seguendo i consigli di diversi esperti, ho deciso di aumentare il livello di allerta dell'influenza pandemica dalla fase 4 alla fase 5.

L'influenza pandemica deve essere affrontata con serietà e precisione a causa della sua capacità di rapida diffusione in ogni paese del mondo.

Il lato positivo, è che il mondo è oggi meglio preparato per una influenza pandemica come mai lo è stato nella storia (questo mi spaventa alquanto, lascia ben pensare che ci sarà da fare i conti con questa pandemia, non si scappa).

Le misure di preparazione prese per il trattamento dell'influenza aviaria H5N1 sono state un investimento, e ora stiamo beneficiando di questo investimento.

Per la prima volta nella storia, possiamo seguire l'evoluzione di una pandemia in tempo reale (qui parla come se già ci fosse la pandemia, ma allora, questa pandemia di cui alcuni sembrano non voler parlare, ci sarà o no? Questa frase tradisce un po' le speranze ottimistiche e fà capire che la cosa è pressoché certa, ci sarà).

Ringrazio i paesi che stanno rendendo pubblici i risultati delle loro investigazioni. Questo ci aiuta a capire meglio la malattia.

Sono impressionata dal lavoro che è stato fatto dai paesi affetti e da come trattano l'insorgenza attuale.

Voglio anche ringraziare i governi degli USA e Canada per il loro supporto all'OMS e al Messico.

Lasciate che vi ricordi. Le nuove malattie sono, per definizione, scarsamente comprese. I virus dell'influenza sono noti per i loro rapidi mutamenti e comportamenti imprevedibili.

L'OMS e le autorità sanitarie nei paesi affetti non avranno risposte immediatamente, ma noi le otterremo.

L'OMS seguirà la pandemia al livello epidemiologico, clinico e virale.

I risultati di queste valutazioni saranno emessi come consigli pubblici, e saranno resi pubblicamente disponibili.

Tutti i paesi dovranno immediatamente attivare i loro piani preparativi per la pandemia. I paesi dovranno rimanere con un'elevata allerta per insorgenze inusuali, e nel controllo di infezioni in tutte le strutture sanitarie.

Questo cambiamento a un più elevato livello di allerta è un segnale ai governi, ai ministri della sanità e agli altri ministri, alle industrie farmaceutiche e alla comunità imprenditoriale che certe azioni ora devono essere prese con una ulteriore urgenza, e un ritmo accelerato.

Mi sono rivolta ai paesi donatori, l'UNITAID, il GAVI Alliance, la Banca Mondiale e altri per mobilizzare le risorse.

Mi sono rivolta alle aziende produttrici di medicinali antivirali al fine di aumentare la produzione.

Mi sono rivolta ai produttori di vaccino per influenze che possono contribuire alla produzione di vaccini per la pandemia.

La domanda più grade ora è questa: quanto grave sarà la pandemia specialmente all'inizio?

E' possibile che tutto lo spettro clinico di questa malattia vada da una malattia leggera a una malattia grave. Abbiamo bisogno di continuare a monitorare l'evoluzione della situazione per specificare informazione e dati di cui abbiamo bisogno per rispondere alla domanda.

Dalle passate esperienze, sappiamo anche che l'influenza può causare leggere malattie nei paesi agiati, ma malattie più gravi, con mortalità più elevate nei paesi in via di sviluppo.

Non importa quale sia la situazione, la comunità internazionale dovrebbe trattare questa come una finestra di opportunità per accrescere la propria preparazioen e reazione.

Soprattutto, questa è una opportunità per una solidarietà globale poiché cerchiamo risposte e soluzioni di cui tutti i paesi beneficieranno, tutta l'umanità. Dopotutto, è veramente tutta l'umanità che è sotto minaccia durante una pandemia.

Come ho detto, noi non abbiamo tutte le risposte giusto adesso, ma noi le otterremo".



Di seguito riporto il testo integrale in inlgese.

Statement by WHO (World Health Organization) Director-General, Dr Margaret Chan
29 April 2009

Swine influenza Ladies and gentlemen,
Based on assessment of all available information, and following several expert consultations, I have decided to raise the current
level of influenza pandemic alert from phase 4 to phase 5.
Influenza pandemics must be taken seriously precisely because of their capacity to spread rapidly to every country
in the world.
On the positive side, the world is better prepared for an influenza pandemic than at any time in history.
Preparedness measures undertaken because of the threat from H5N1 avian influenza were an investment, and we are now benefitting from this investment.
For the first time in history, we can track the evolution of a pandemic in real-time.
I thank countries who are making the results of their investigations publicly available. This helps us understand the disease.
I am impressed by the work being done by affected countries as they deal with the current outbreaks.
I also want to thank the governments of the USA and Canada for their support to WHO, and to Mexico.
Let me remind you. New diseases are, by definition, poorly understood. Influenza viruses are notorious for their rapid mutation and unpredictable behaviour.
WHO and health authorities in affected countries will not have all the answers immediately, but we will get them.
WHO will be tracking the pandemic at the epidemiological, clinical, and virological levels.
The results of these ongoing assessments will be issued as public health advice, and made publicly available.
All countries should immediately activate their pandemic preparedness plans. Countries should remain on high alert for unusual outbreaks of influenza-like illness and severe pneumonia.
At this stage, effective and essential measures include heightened surveillance, early detection and treatment of cases, and infection control in all health facilities.
This change to a higher phase of alert is a signal to governments, to ministries of health and other ministries, to the pharmaceutical industry and the business community that certain actions should now be undertaken with increased urgency, and at an accelerated pace.
I have reached out to donor countries, to UNITAID, to the GAVI Alliance, the World Bank and others to mobilize resources.
I have reached out to companies manufacturing antiviral drugs to assess capacity and all options for ramping up production.
I have also reached out to influenza vaccine manufacturers that can contribute to the production of a pandemic vaccine.
The biggest question, right now, is this: how severe will the pandemic be, especially now at the start?
It is possible that the full clinical spectrum of this disease goes from mild illness to severe disease. We need to continue to monitor the evolution of the situation to get the specific information and data we need to answer this question.
From past experience, we also know that influenza may cause mild disease in affluent countries, but more severe disease, with higher mortality, in developing countries.
No matter what the situation is, the international community should treat this as a window of opportunity to ramp up preparedness and response.
Above all, this is an opportunity for global solidarity as we look for responses and solutions that benefit all countries, all of humanity. After all, it really is all of humanity that is under threat during a pandemic.
As I have said, we do not have all the answers right now, but we will get them.

sabato 25 aprile 2009

Vegetariano un italiano su dieci

Non molto tempo fà lessi con piacere e orgoglio sul Corriere della Sera il seguente articolo:

In aumento nel mondo quelli che rifiutano la carne. Sono soprattutto giovani e donne. Per alcuni scelta part-time

Una manifestazione pro-veg degli Animalisti Italiani (Ansa)
I teenager americani lo fanno per gli animali, spinti, qualche volta, dalle crude immagini dei video di YouTube sulle stragi di polli e tacchini, vitelli e agnelli (e anche di altre specie non commestibili). Così, secondo alcune stime del governo, almeno un adolescente su duecento evita di mangiare carne. C'è chi lo fa per spirito animalista (non solo i più giovani, ma anche gli adulti, in Usa e in Europa), chi per rispetto dell'ambiente (i più informati sui temi dell'ecologia sulla scia dell'ex Beatle Paul McCartney), chi per motivi salutistici (i meno giovani che magari hanno qualche problema di colesterolo o di pressione) e intanto l'esercito dei vegetariani si ingrossa in tutto il mondo.

In Italia, secondo l'Eurispes, sono oltre quota sei milioni (circa il 10 per cento della popolazione e l'Italia, secondo le stime dell'Unione vegetariana europea, è al primo posto, seguita dalla Germania con il 9 per cento - GUARDA LA «MAPPA VERDE»), ma nel 2050 gli italiani potrebbero arrivare addirittura a 30 milioni, se anche da noi arriverà la nuova veggie generation. «La sensazione — commenta Luciana Baroni, medico all'ospedale Villa Salus di Mestre-Venezia e presidente della Società scientifica di nutrizione vegetariana — è che, proprio perché fanno una scelta ideologica, i più giovani sono più spesso vegani, escludono cioè dalla loro dieta anche uova e latte. Pensano al benessere globale degli animali e ritengono che il solo non mangiar carne non elimini completamente le loro sofferenze ». Perché i vegetariani non sono tutti uguali: i «classici» non mangiano né carne né pesce, ma accettano latte e uova, i vegani invece escludono anche questi ultimi (e spesso evitano anche tutti gli altri prodotti di origine animale, come pelli o cuoio), mentre i più oltranzisti (come i crudisti o i fruttisti) ammettono soltanto particolari categorie di cibi (rispettivamente solo vegetali crudi o solo frutta e semi).

Ecco il loro identikit: più spesso donne, con un livello di istruzione medio-alto che vivono (in Italia) prevalentemente al Nord o al Centro. «Il crescente interesse per il vegetarianesimo — aggiunge Luciana Baroni — è favorito anche dal fatto che quell'aura di paura nei confronti di queste abitudini alimentari si è piano piano dissolta alla luce delle evidenze scientifiche e in realtà non esiste nessun pericolo concreto nell'abbracciare questo tipo di alimentazione». Non tutti la pensano così, soprattutto quando si parla di adolescenti. «Certo, i giovani vegetariani sono in aumento — conferma Andrea Ghiselli, ricercatore all'Inran, l'Istituto italiano per la ricerca e la nutrizione, ed esperto di un forum sulla nutrizione del Corriere Online — e sono soprattutto ragazze che spesso lo fanno per moda. Ma devono fare attenzione: i maschi in particolare rischiano carenze soprattutto di calcio, le femmine di ferro. Se la dieta è vegetariana ma include prodotti animali ed è variata non ci sono particolari pericoli. Ma un vegano non può fare di testa sua: se decide di esserlo è bene che pianifichi la sua dieta con un nutrizionista». Le linee guida dell'American Dietetic Association dicono che le diete vegetariane e vegane sono appropriate per tutti i periodi della vita, comprese l'infanzia e l'adolescenza, a patto che siano well balanced e che eventuali deficit di vitamina B12, cui vanno incontro soprattutto i vegani, siano prevenuti con supplementi vitaminici. E il numero di febbraio della rivista Women's Health Source della Mayo Clinic, uno dei più famosi ospedali americani che ha sede a Rochester, è rivolto alle donne ed è dedicato ai consigli per pianificare una corretta dieta vegetariana Anche Michele Carruba, direttore del Centro studi e ricerche sull'obesità all'Università di Milano, avverte che quanto più il vegetarianesimo è spinto tanto più richiede conoscenza degli alimenti e aggiunge: «L'importante è mescolare e combinare i cibi il più possibile».

Gli esperti francesi dell'Istituto della nutrizione, per voce del vicepresidente Bernard Guy Grand, ricordano che una serie di studi epidemiologici dimostrano come i vegetariani siano meno soggetti a ipertensioni arteriosa e a problemi cardiaci e abbiano minori rischi di obesità e di diabete di tipo 2. Ecco giustificata la scelta saluti sta, ma in Francia, come in Italia, sta prendendo sempre più piede la motivazione di tipo ecologista quando si decide di seguire la strada verde a tavola, mentre è decisamente in calo, rispetto agli anni passati, quella di tipo filosofico-religioso. «La scelta vegetariana di tipo religioso oggi è legata soprattutto alla presenza di immigrati — commenta Carruba, che è anche presidente della società del Comune di Milano responsabile della ristorazione scolastica — e nelle scuole di Milano teniamo conto delle richieste in questo senso. Per contro si sta facendo strada il concetto di un'alimentazione ecosostenibile, che si svilupperà anche con l'Expo: un'alimentazione troppo sbilanciata sul consumo di carne animale provoca danni ambientali sia per quanto riguarda la deforestazione, sia per quanto riguarda l'inquinamento. Questo però non significa diventare tutti vegetariani ». Qualcuno, soprattutto in America, ha già scelto la strada del vegetarianesimo part-time: si chiamano flexitarian, la loro Bibbia è il libro Flexitarian Diet della dietista Dawn Jackson Blatner, il precetto: mangiare carne o pesce non più di due volte alla settimana. Il sito di riferimento: www.almostvegetarian. blogspot.com. I puristi vegetariani dialogano invece su altri siti: dall'italiano www.vegetariani.it all'inglese www.veggievision.tv, una vera e propria televisione via Internet dedicata ai vegetariani. «Internet rimane il mezzo migliore per far circolare le nostre idee— commenta Luciana Baroni —. C'è infatti ancora un po' di diffidenza nei confronti dei vegetariani. Per esempio: quando un esperto di alimentazione vegetariana viene invitato a un talk show si invoca la par condicio: ci vuole anche chi parla bene della carne». Così i seguaci della dieta verde si sono persino inventati il Veggie pride, il giorno dell'orgoglio vegetariano: l'anno scorso è stato a Roma, quest'anno per la seconda edizione del 16 maggio si mobiliterà Milano, in contemporanea con il nono Veggie pride francese a Lione.


Aggiungo che sono da poco tornato dalla Lituania, paese dove sono stato in totale per circa un anno e 4 mesi e devo dire che mi è capitato di incontrare diversi giovani vegetariani, soprattutto ragazze (molti di più di quelli che mi capita di incontrare in Italia).

Continuiamo ad informare e ad andare in questa direzione, il futuro potrà essere solo migliore.

sabato 18 aprile 2009

domenica 29 marzo 2009

L'Africa muore di fame



Facciamo girare questo video, è importante che più gente possibile lo veda e rifletta

mercoledì 11 febbraio 2009

martedì 10 febbraio 2009

Gli allevementi inquinano più delle auto di tutto il mondo

Salve a tutti, questo è il mio 100° post, e ho deciso di volerlo utilizzare per un argomento piuttosto importante: l'Ambiente.

Vi riporto di seguito un articolo del Corriere della Sera del 07/02/2009 a riguardo su cui ognuno di noi dovrebbe riflettere, con la consapevolezza che sono le nostre scelte giornaliere che indirizzano gli investitori e i prodotti che il mercato offre.

"Strano ma vero: inquina di più allevare mucche che guidare automobili. Lo dice un rapporto della Fao (l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) e lo sostiene con la certezza dei numeri: il settore dell’allevamento di bestiame (bovini, maiali, pecore, piccoli ruminanti e volatili) produce più gas serra rispetto al sistema mondiale dei trasporti (il 18% contro il 14%), inserendosi tra i principali responsabili del riscaldamento globale del pianeta.

Più che un allarme, è un ultimatum: secondo Henning Steinfeld, funzionario della Fao, «l’allevamento costituisce un grande problema ambientale a cui va posto urgente rimedio». E non solo per salvare l’atmosfera, ha aggiunto, ma anche terre e acque, sottoposte a un lento ma inesorabile degrado. E’ una rincorsa senza prospettive certe: in realtà, le previsioni tendono al peggio. Il settore dell’allevamento, che provvede alla sussistenza di un miliardo e 300 milioni di persone e rappresenta il 40% dell’intera produzione agricola, è in crescita vorticosa: entro il 2050 gli attuali 229 milioni di tonnellate di carne prodotti annualmente diventeranno 465 e i 580 milioni di tonnellate di latte raddoppieranno a 1043 milioni, per effetto della crescita globale del benessere e dell’aumento vorticoso dei consumi in paesi a grande popolazione come Cina, India e Brasile.

Ciò comporterà un altissimo costo ambientale in termini di emissioni di Co2 (sul totale delle emissioni legate all’attività umana, il 9% viene dagli allevamenti), di metano proveniente dal sistema digestivo degli animali (il 37% sul totale prodotto dalle attività umane), e di ammoniaca, responsabile poi dell’acidificazione delle piogge. Rimedi? La Fao ne suggerisce qualcuno: maggior controllo dei pascoli, in modo da non degradare le aree verdi per eccesso di sfruttamento; miglioramento della dieta degli animali, con l’obiettivo di ridurre la fermentazione enterica e le conseguenti emissioni di metano; incentivazione degli impianti di biogas per smaltire il letame; miglioramento dei sistemi di irrigazione; vincoli all’allevamento su larga scala vicino alle aree urbane (aggiungo io: "era forse peccato suggerire di orientarsi verso un'alimentzione quanto più possibile vegetariana???" E mi rispondo da solo: "probabilmente per il business che c'è dietro SI")

Qualcosa, in Europa, si sta muovendo. In Danimarca, per legge, gli allevatori sono obbligati a «iniettare» il letame nel sottosuolo, per prevenire l’emissione di gas; in Olanda sono operativi progetti- pilota per trasformare un impasto di escrementi, carote e scarti dolciari in biogas da bruciare per ottenere calore ed elettricità. E in Italia? «Rispettiamo la direttiva europea sui nitrati e incentiviamo la produzione di elettricità da biogas — spiega Domenico Gaudioso, responsabile del settore clima dell’Ispra—ma il problema è serio e si dovrebbe fare di più, non tanto per gli allevamenti nuovi, che devono rispondere all’obbligo di contenere le emissioni al suolo e nell’atmosfera, quanto per quelli vecchi. Ma con costi che gli agricoltori, senza incentivi, non possono sostenere ». Il futuro è però questo: il riscaldamento globale si combatterà (anche) mucca per mucca, maiale per maiale, pollo per pollo. "

Come si è ben capito dal mio commento precedente, io suggerisco a chiunque di eliminare quanto più possibile la carne dalla propria alimentazione. Il proprio corpo sarà il primo a essertene grato, la Terra sarà la seconda ad essertene grata, e una migliore salute propria e di chi ti stà intorno (a causa dei minori danni ambientali causati), sarà solo una diretta conseguenza di questa scelta (purché si segua sempre un'alimentazione varia ed equilibrata).

Eluana è morta

Eluana ora è morta. Che riposi in pace.

Purtroppo, anche la sua morte, non è servita o bastata a porre fine alla squallida strumentalizzazione che girava intorno al suo caso.

Posto anche innanzitutto qualche informazione, che non è un semplice dettaglio, ma aiuta a farci capire chi è e cosa pensava ieri, colui che oggi il più acerrimo difensore della vita:

Berlusconi: "Se fosse mia figlia non la lascerei morire"...da che pulpito viene la predica, sentite bene:

"Ho avuto un aborto terapeutico, molti anni fa. Al quinto mese di
gravidanza ho saputo che il bambino che aspettavo era malformato e per i
due mesi successivi ho cercato di capire, con l'aiuto dei medici, che
cosa potevo fare, che cosa fosse più giusto fare. Al settimo mese di
gravidanza sono dolorosamente arrivata alla conclusione di dover
abortire. È stato un parto prematuro e una ferita che non si è rimarginata"

Veronica Lario

In altre interviste Veronica afferma che quella decisione fu presa di comune accordo tra lei e Berlusconi, che aveva concepito quel bimbo con quella che ancora non era la sua consorte, nei primissimi anni 80.

Berlusconi dice che non l'avrebbe fatto morire ma ha permesso che suo figlio venisse ucciso solo perché non sarebbe nato completamente sano.

E se a Berlusconi in primis gliene è fregato poco della vita di suo figlio "non completamente sano", gliene fregherà realmente qualcosa della "vita" di Eluana?

(aggiungo un grazie ad Alessio dal quale ho tratto queste info).

Torniamo a noi ora, e alla morte di Eluana. Alcuni non riescono a mettere da parte nemmeno per un attimo i loro subdoli piani e ora cercano di battere il ferro finché è caldo a più non posso per trarne gli ultimi vantaggi. Vergognoso.

Berlusconi: "...grave errore del Colle...Napolitano ha commesso un errore grave...Napolitano reso impossibile l'azione del governo per salvare una vita...

...Mi auguro che la vicenda possa servire a fare una legge, e che la legge porti il nome di Eluana. Purtroppo il Parlamento è stato lento nel legiferare. Il governo ha tentato di rimediare, e sarebbe stata cosa buona se il decreto avesse avuto il corso che non ha avuto...

...Non ci può essere un diritto di veto sopra i provvedimenti dell'esecutivo. Spiace che il problema sia emerso su un tema così delicato e proprio ora che al Quirinale siede un presidente della Repubblica di grande equilibrio..."

La Chiesa: "...Che Dio li perdoni...Che il signore l'accolga e perdoni chi l'ha portata a questo punto...E' stato un omicidio...hanno ucciso una persona innocente e incapace di difendersi..."
E tutto questo nonostante l'intento dichiarato della santa sede di 'non interferire' con lo Stato...FORTUNA!!!

Questo era quello che almeno chi ricopre certe cariche avrebbe sarebbe dovuto fare per buon senso:
Napolitano:"Dinanzi all'epilogo di una lunga tragica vicenda, il silenzio che un naturale rispetto umano esige da tutti può lasciare spazio solo a un sentimento di profonda partecipazione al dolore dei familiari e di quanti sono stati vicini alla povera Eluana".

La Chiesa ora guarda solo a Eluana per andare avanti anch'essa imperterrita con le sue regole, senza guardare anch'essa in faccia a nessuno neanche in questo momento. E' così che la chiesa partecipa al dolore dei familiari e di quanti sono stati vicini ad Eluana? COMPLIMENTI ANCORA UNA VOLTA!




P.S. Riporto di seguito un post molto bello letto da mentecritica.

Storie d'altri tempi: il Golpe del 2009

Un sabato pomeriggio di quelli piovosi, quando la cosa migliore da fare è starsene tranquilli davanti al fuoco. Naturalmente con i nipoti da coccolare. C’è quello piccolo che è un portento: ha sì e no undici anni, ma ti tira fuori dei ragionamenti che ti lasciano senza parole per la loro maturità. E delle domande alla quali spesso non sai cosa rispondere.
“Sai nonno Peppe, oggi a scuola ci hanno parlato del colpo di stato.”
“Di quale colpo di stato?”
“No, no. Dei colpi di stato in generale. Poi però la professoressa ci ha fatto degli esempi, e c’è una cosa che non ho capito.”

“Un argomento difficile. Cos’è che non hai capito?”
“Ci ha detto che un colpo di stato avviene quando qualcuno caccia via un governo con la forza; può essere un partito, oppure l’esercito, o addirittura una parte della popolazione.”
“Sì, è esatto.”
“Quando però ci ha parlato dei fatti del 2009, ha detto che è stato lo stesso governo a fare il colpo di stato. Tu te lo ricordi il 2009?”
“Eh sì, ero ancora abbastanza giovane allora. Giovane e con tanti begli ideali; e ancora con qualche speranza.”
“Io non ho capito: se è stato il governo a fare il colpo di stato, contro chi l’ha fatto? Contro sé stesso?”
“Caro mio, quello fu un fatto veramente particolare: un colpo di stato realizzato dal governo in carica. Tanti non se ne resero neanche conto, anche perché il tutto era stato preparato molto bene, e molti tasselli erano già stati messi al loro posto, uno alla volta; solo quando il disegno fu completo diventò chiaro a tutti.”
“Ma cosa è successo veramente? Dai, racconta!”
“Spero di ricordarmi tutto, sono passati tanti anni. A capo del governo c’era un certo Berlusconi, un uomo molto ricco che, negli ultimi dieci o venti anni era stato nominato presidente del consiglio per la terza volta. Un tipo di uno squallore unico: arrogante, gradasso, sempre pronto a tirare fuori una battuta di cattivo gusto nel momento peggiore. Inoltre era coinvolto in vario modo in una quantità di fattacci e attività illegali, anche mafiose, dai cui processi però era senza riuscito a uscire senza condanne. Spesso facendosi delle leggi apposite.”
“Si è fatto le leggi per non essere condannato? E gli italiani lo hanno rieletto per tre volte? Ma c’è da essere proprio dei co…”
“Non dire certe parole! Che se ti sente tua madre poi se la prende con me.”
“Sì, ma come si fa a votare per uno così?”
“Questo me lo sono sempre chiesto anche io. Sta di fatto che aveva un grande seguito, perché in fondo gli italiani erano come lui, e chi non lo ammirava lo invidiava. Che poi non fa molta differenza.”
“Dai, vai avanti. Cos’è successo nel 2009?”

“Il 2009 è cominciato male: c’era una gravissima crisi finanziaria che stava mettendo in ginocchio le aziende, la disoccupazione aveva ricominciato a crescere a ritmi impressionanti, l’immigrazione veniva sfruttata per creare situazioni critiche e giustificare provvedimenti degni di un regime dittatoriale…”
“Cavolo! E aveva fatto tutto lui?”
“No, no. La crisi era di portata internazionale e tutti i paesi ne pagavano le conseguenze; anche se bisogna dire che l’Italia se l’è vista molto peggio di tanti altri perché già prima della crisi aveva un sistema economico che non funzionava. E questo sicuramente non era solo colpa dei suoi governi: neanche gli altri, che nel tempo si erano succeduti, avevano brillato. Ma di sicuro quello nato nel 2008 è stato il peggior governo di cui mi ricordo.”
“Sempre che l’avete votato voi.”
“Già…! Certo, io non l’ho mai votato, ma come italiani… sì, ce lo siamo scelto.”
“E allora?”
“Allora, questo omino si era ormai sistemato tutti i suoi affari e i suoi processi, e non dovendosi preoccupare di governare un’Italia di cui non gli fregava niente, pensava solo a come coronare la sua smania di protagonismo: diventare presidente della repubblica.”
“Ma non aveva più potere come capo del governo?”
“Sì, ma lui non stava al governo per il potere, non ne aveva bisogno. Da oltre venti anni lui comandava l’Italia chiunque ci fosse al governo; tra le televisioni con cui bolliva il cervello della gente comune e i legami con i politici e con la massoneria, faceva il bello e il cattivo tempo. A quel punto la presidenza della repubblica era solo il desiderio della sua sconfinata vanità.”
“Quindi aspettava la scadenza del mandato per andare al Quirinale?”
“Questo è il punto. Lui era troppo vanitoso e troppo arrogante per poter aspettare. Era come i bambini piccoli, quando voleva una cosa la voleva subito; e se non la otteneva si metteva a strillare che tutti ce l’avevano con lui.”
“E allora ha cacciato il presidente di allora? …a proposito, chi era?”
“Il presidente era Napolitano. Un ex-comunista che, da quando s’era insediato, aveva lasciato passare di tutto: dall’indulto che aveva rimesso in libertà migliaia di criminali, alla legge che impediva i processi per quattro persone, allo smantellamento dell’istruzione pubblica,”
“Ha messo in libertà migliaia di criminali? Ma era davvero un delinquente. E gli italiani non si sono ribellati?”
“Veramente quell’indulto non fu Berlusconi a farlo, ma il governo precedente, naturalmente su sue istruzioni; a dimostrazione del fatto che lui comandava anche se non era al governo. E comunque gli italiani hanno fatto come sempre: hanno protestato per un po’ poi se ne sono dimenticati.”
“Ma dai, non è possibile…”
“Aspetta, che il meglio deve ancora venire. All’inizio del 2009 c’era un caso che faceva molto parlare di sé: c’era una ragazza in coma irreversibile da 17 anni, il cui padre si era rifiutato di fare come tanti che, di nascosto, si mettono d’accordo con i medici per staccare le macchine che li tengono in vita e mettere così fine a situazioni drammatiche. Lui aveva avuto il torto di voler seguire la legge.”
“Il torto? Da quando in qua è un torto seguire la legge?”
“Lo so, è paradossale, ma quando c’era lui seguire la legge era veramente un difetto. Se non altro, perché si veniva considerati dei coglioni.”
“Nonno! Queste parole non si dicono!”
“Hai ragione, scusa. E’ che se ci ripenso, ancora mi viene il voltastomaco.”
“Ma cosa c’entra questa ragazza con il governo e con il colpo di stato?”
“Il caso di questa ragazza era diventato famoso, perché il padre si era battuto per ben undici anni da un tribunale all’altro, in attesa di una sentenza che gli consentisse di mettere in pratica il desiderio della figlia: non vivere come un vegetale. La sentenza alla fine era arrivata e, non senza ulteriori problemi, si era giunti al momento in cui si dovevano spegnere le macchine che la tenevano in vita. Fu a quel punto che iniziò il colpo di stato. Nel governo c’era qualcuno che, per compiacere il Vaticano, voleva emanare un decreto che impedisse lo spegnimento delle macchine…”
“Il Vaticano? E cosa gli importava di quei quattro gatti?”
“Oggi sono rimasti quattro gatti, ma all’epoca erano ancora tanti, ed erano potenti. Comunque la notizia de possibile decreto trapelò e arrivò alle orecchie di Napolitano. Il quale commise l’errore che gli sarebbe costato il posto: scrisse una lettera al governo dicendo che non c’erano i presupposti normativi e che in ogni caso l’emanazione di un decreto di quel genere non era una cosa opportuna.”
“E non era così?”
“Al contrario. Napolitano aveva ragione da vendere, ma la sua lettera lo rendeva vulnerabile, perché anticipava la sua decisione di non firmare un eventuale decreto. Decreto che, a quel punto, vinse le obiezioni di chi nel governo non era d’accordo, e venne emanato in fretta e furia.”
“E cosa successe?”
“Successe che Napolitano non firmò il decreto e che la ragazza, non più sostenuta dalle macchine, morì. E la colpa di tutto fu buttata addosso a lui, che venne additato come un assassino. Berlusconi e i suoi collaboratori, maestri della manipolazione di massa, montarono contro Napolitano una campagna di delegittimazione così violenta e martellante, che nel giro di un mese lo costrinse alle dimissioni.”
“Caspita! Ma la gente non protestò?”
“Qualcuno… ma la maggior parte degli italiani, al solito come pecore, si unì al coro di chi gridava ‘assassino’ verso il presidente della repubblica.”
“Ma tu guarda che co…”
“Sì, sì, sempre quelli. Quindi, con le dimissioni di Napolitano, il parlamento fu chiamato ad eleggere un nuovo presidente della repubblica. E indovina chi fu scelto?”
“Berlusconi.”

quirinale

“E bravo, proprio lui.”
“Ma come? Lui che aveva causato tutto questo macello, veniva premiato con l’incarico più prestigioso? E chi prese il suo posto al governo?”
“Eh già! Il colpo di stato fu fatto dal governo ai danni della presidenza: e riuscì in maniera talmente perfetta che in tanti non se ne resero conto. Anche perché la sostituzione di Napolitano non cambiò la vita degli italiani; quello che invece fu determinante fu la scelta del nuovo capo del governo. Al posto di Berlusconi fu nominato, ovviamente dallo stesso Berlusconi, Fini, un ex-fascista.”
“Un ex-fascista? Ma nella costituzione non c’è scritto che il partito fascista è fuori legge?”
“Eh, la conosci bene tu la costituzione. Hai ragione, ma il partito fascista in Italia non è mai morto, ha solo cambiato nome e forma tante volte. E poi, come diceva un grande pensatore come Flaiano, in Italia ci sono due tipi di fascisti: i fascisti e gli antifascisti.”
“Boh, questa non l’ho capita.”
“Un giorno la capirai. Comunque con Fini al governo e Berlusconi al Quirinale, il processo che già da tempo stava devastando l’Italia accelerò improvvisamente: tutti i servizi pubblici vennero privatizzati, alle aziende venne lasciata la più ampia libertà di movimento, e venne realizzato il federalismo per tener buoni quelli della lega nord.”
“Privatizzazione, federalismo, libertà d’impresa… ma non sono cose positive?”
“Dipende. Potrebbero esserlo se fossero governate da regole precise e se nelle istituzioni ci fossero persone con la voglia e la capacità di farle rispettare. Invece queste cose furono realizzate senza regole che non fossero quelle di far contenti gli amici degli amici; chi aveva agganci forti con il mondo politico si arricchì in breve tempo sfruttando ignobilmente i lavoratori e distruggendo l’ambiente, mente per chi cercava di lavorare onestamente c’era sempre meno spazio. Quello che la crisi aveva avviato trovò il suo completamento proprio nelle leggi che, in teoria, erano state emanate per fronteggiarla: aziende chiuse, disoccupati, famiglie sul lastrico, servizi più inefficienti di prima. Per non parlare del federalismo: quello fu un vero e proprio cavallo di Troia… sai la storia del cavallo di Troia?”
“Sì, l’abbiamo studiata l’anno scorso. Ma che c’entra?”
“Con il federalismo, le differenze esistenti tra le regioni italiane vennero estremizzate: le regioni ricche del nord pensavano solo a sé stesse, mente quelle del sud non avevano più risorse neanche per i servizi essenziali. E le regioni più povere diventarono una sorta di terzo mondo sotto casa.”
“Che vuoi dire?”
“Che le aziende del nord, per abbassare i costi portavano gli stabilimenti di produzione all’estero: Bulgaria, Romania, Ucraina, Cina, Vietnam, paesi dove la manodopera costava pochissimo. Con il federalismo non ne ebbero più bisogno: andavano in Basilicata o in Puglia, dove la manodopera costava comunque pochissimo, risparmiavano sui trasporti, e in più prendevano anche i contributi pubblici perché investivano in aree depresse.”
“Accidenti nonno! Che roba! Ma come siete usciti da quella situazione?”
“Eh, piccolo mio, non è stato facile. Ma questa storia te la racconto un’altra volta. Ora andiamo a cena che tua madre sta chiamando.”


Riporto anche un articolo del settimanale spagnolo El Pais del 8/02/09 tratto da "che dicono di noi" (articolo originale di Miguel Mora qui):

Il drammatico caso di Eluana Englaro passerá alla storia in Italia. Se non per cose piú profonde, sará senz'altro per la miracolosa trasformazione che ha causato nel primo ministro piú mondano e liberale (per sua propria definizione) che il paese abbia mai avuto. Il pagano Silvio Berlusconi, divorziato, donnaiolo, adultero confesso e accumulatore di poteri e ricchezze senza fine, ha visto la luce. Per 17 anni non aveva mai pronunciato pubblicamente la parola "Englaro". In 48 ore é diventato il piú fervido sostenitore pro-vita di un paese dove questo tipo di voci non manca.

Trasformatosi in questo nuovo personaggio, Berlusconi ha attaccato ieri tutto quello che gli capitasse a tiro. Dei medici che venerdí hanno sospeso la alimentazione artificale di Eluana ha fatto notare la "crudeltá". Ha accusato coloro che erano a favore di rispettare la sentenza definitiva della Corte Suprema di appartenere alla "cultura della morte e dello statalismo" (mentre lui rappresenterebbe "la cultura della vita e della libertá"). E al padre della donna é toccata questa chicca: "Mi dicono che [Eluana] ha un bell'aspetto, funzioni attive, ciclo mestruale... Se fosse mia figlia, non potrei disconnetterle la sonda".

Ancora una volta si sono superate le aspettative. "Malgusto, manipolazione, cinismo", ha riassunto il leader dell'opposizione Walter Veltroni. "Berlusconi sfrutta il caso per realizzare il suo progetto politico". Un progetto molto ambizioso, per di piú. L'obiettivo, ribadito ieri per l'ennesima volta, é riformare la Costituzione per ridurre il potere, giá di per sé molto limitato, del Presidente della Repubblica.

La manovra é iniziata venerdí. Con l'emissione del decreto per salvare Eluana, Berlusconi ha privato di autoritá il ruolo costituzionale del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e delegittimato di conseguenza la Corte Suprema. Il decreto ha avuto un effetto devastante. Ha fatto ricadere sul Capo dello Stato la responsabilitá morale di decidere sulla morte della donna, lasciandolo alla mercé del Vaticano, che non ha aspettato neanche dieci minuti per manifestare quanto lo avesse "deluso" Napolitano.

Il presidente si é negato a firmare, come aveva annunciato, perché il decreto é chiaramente incostituzionale, poiché cerca di annullare una sentenza non appellabile. Ma Berlusconi ha spinto ancora di piú. Ha convocato di urgenza il Parlamento e fatto pressione sui presidenti di Camera e Senato per legiferare al riguardo a tutta velocitá. Allo stesso tempo, annunciava che avrebbe cambiato la Costituzione se non gli venisse permesso di governare per decreto.

100% Berlusconi, con condimento di dequalificazioni. La piú grave, ieri. Berlusconi ha chiamato la lettera che Napolitano gli ha inviato venerdí per spiegare l'invaliditá del decreto come un invito "all'eutanasia". Falsitá assoluta, come si puó vedere dalla stessa lettera. Pazientemente, il presidente evita di replicare all'accusa. E Berlusconi finisce con la smentita di avere detto quello che in realtá ha detto.

Da Napoli, Napolitano si limita a dire che "il monopolio della solidarietá e l'autoritá morale non sono patrimonio di nessuno. E nemmeno la fine della vita". Berlusconi replica. Bisogna "correggere la Costituzione", dice, perché "fu stesa molti anni fa da forze ideologizzate" e "di ispirazione filo-sovietica". Napolitano in quel periodo era comunista.

Nel frattempo l'opposizione, piena di cattolici, é spaccata in due. Gruppi di cittadini sono scesi in piazza ieri e hanno inondato i siti web di proteste contro il colpo di forza del premier. Alcuni hanno criticato l'ingerenza della chiesa al grido di "governo italiano, decreto Vaticano". Altri hanno protestato contro la "vergognosa" frase di Berlusconi ("Eluana potrebbe avere figli"). E tutti hanno difeso Napolitano come garante dello Stato di Diritto. Vedremo per quanto tempo.

sabato 7 febbraio 2009

La fine della democrazia

E' proprio così, di pari passo con questa situazione (leggi scusa) Eluana, strumentalizzata appositamente dal premier, è ufficialmente partito l'attacco alla Costituzione che stavamo solo aspettando e che da tempo temevo.

E' arrivato il momento giusto per poter sferrare l'attacco. Ora Berlusconi, ha dato del "comunista" pure alla Costituzione.

Quello che non gli piace e non gli permette di fare i propri porci comodi è tutto "comunista", o "ideologizzato" o "politicizzato", parole che troppo spesso stanno in bocca al premier. Riporto un articolo del corriere:

"Berlusconi: «Costituzione ideologizzata»
Il premier: ««Riforme necessarie, costituenti ispirati da Costituzione russa»


CAGLIARI - «Serve un chiarimento», anzi, una «riforma» della Costituzione. Lo chiede il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che muovendo da quanto accaduto sul caso Englaro chiede a gran voce «un chiarimento sulla lettura della Carta costituzionale». E lo fa osservando, ad esempio, che «la responsabilità del giudizio sui requisiti di necessità e urgenza per la decretazione sia del governo e che il giudizio su questo fatto sia già attribuito al Parlamento che esamina l’esistenza di questi requisiti come primo atto nella Prima Commissione».

RIFORME - «Ora andremo a fare delle riforme - ha proseguito il premier poco prima di lasciare Cagliari - e può darsi che andremo subito a chiarire il dettato della Carta». Lasciando intendere che senza strumenti legislativi come i decreti il governo si svuota delle sue funzioni e può addirittura «andarsene a casa», Berlusconi scandisce che dopo una riflessione occorrerà vedere «se dovremo arrivare a quelle riforme della Costituzione che sono necessarie perché la Carta è una legge fatta molti anni fa sotto l’influenza della fine di una dittatura e con la presenza al tavolo di forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come a un modello da cui prendere molte indicazioni».

«PRASSI RIDICOLA» - E poco prima, tornando sul caso Englaro, Berlusconi aveva criticato apertamente la missiva inviata al consiglio dei ministri dal Capo dello Stato: «Con i poteri che ha ora il presidente del Consiglio e in più con l’ipotesi di una prassi che fa intervenire il capo dello Stato addirittura prima che si prendano decisioni la situazione è veramente una situazione che fa ridere». Il premier concede solo la «cortesia istituzionale» del confronto tra Quirinale e Palazzo Chigi, ma precisa che a chiedere quella lettera, quel parere, non è stato di certo lui. «La volontà di mandare una lettera è stata loro. Sono loro ad aver comunicato al dottor Letta l’esistenza di quella lettera».

VELTRONI REPLICA - Dura replica del segretario del Pd, Walter Veltroni, alle critiche del premier Silvio Berlusconi alla Costituzione. «Berlusconi - afferma Veltroni- dimentica di aver giurato fedeltà alla Costituzione italiana. La Costituzione è nata grazie al sacrificio di milioni di italiani che contrastarono chi aveva cancellato il ruolo del Parlamento e messo gli oppositori in condizione di non poter esprimere le proprie idee. Berlusconi si deve inchinare davanti alla Costituzione e davanti al sacrificio di quegli italiani»."

Penso proprio che stiamo precipitando a picco.

venerdì 6 febbraio 2009

Forse c'è qualcosa che non và??

Tanto per cambiare, leggo sui quotidiani online ancora una volta cifre allarmanti.
Il Pil che decresce del 2% circa, il deficit che sale al 3,7% e il debito pubblico che aumenta di quasi cinque punti balzando al 111,2% e una pressione fiscale ai livelli record (43,3%).

E pensare che i commenti del Presidente del Consiglio a certe cifre erano stati: "significa che torneremo indietro di 2 anni. E non mi sembra che due anni fà stessimo così male".

Io rimango scioccato nel leggere certe affermazioni.

Ma in Italia si è contenti perché Silvio non ha venduto Kakà :


Tra l'altro, anche questo sembra tutto un teatrino messo in scena da Silvio per averne un ritorno di immagine positivo, in quanto sembra che l'offerta del Manchester City fosse meno della metà di quella che è stata riportata nei quotidiani italiani, e nel sito ufficiale del Milan, così quando a posteriori l'operazione non sarebbe andata in porto, dopo aver fatto impaurire tutti dicendo "come si può rifiutare", escono fuori gli eroi per cui "i soldi non sono tutto" (soprattutto quando non c'è nessuno che te li darebbe aggiungerei io).

Leggo poi in un altro articolo, in cui Spogli (ambasciatore americano) avverte l'Italia, dicendoci che "L'Italia non può mantenere lo status di potenza economica se i suoi risultati rimangono così bassi".

Questo perché, in Italia, il menefreghismo da parte dei politici verso il bene del paese purtroppo non è cosa solo recente.

Infatti, aggiunge Spogli, cose che non ci sono affatto nuove, ma su cui dovremmo riflettere:

"L'Italia si colloca ripetutamente molto in basso nelle classifiche internazionali sulle condizioni per fare business e investire. Tutti conosciamo i problemi: una burocrazia lenta, un mercato del lavoro rigido, la criminalità organizzata, la corruzione, la lentezza della giustizia, la mancanza di meritocrazia e un sistema di istruzione che non risponde ai bisogni del XXI secolo. Gli italiani dovrebbero sollecitare i cambiamenti per far crescere il paese e soprattutto di cercare di costruire un consenso intorno ad essi".

Dopo altre considerazioni e osservazioni di Spogli, tutt'altro che rosee aggiunge:

"Proseguendo sulla strada finora intrapresa l'Italia può centrare i suoi obiettivi: la mia è un'analisi dura, ma il lavoro che ho fatto in tre anni e mezzo mi dà la convinzione che il paese ce la possa fare. Bisogna cambiarlo dal basso, un mattone alla volta".

L'ultima frase è fondamentale, ed è anche quello che penso io, la soluzione sta lì. Se ci ritroviamo questi politici è perché ci ritroviamo certe mentalità italiane che sono vergognose. Io aggiungerei, ce li meritiamo!

Ora sta a ognuno di noi meritarsi altro, quando ci meriteremmo altro, avremo altro.

Solo cambiando noi stessi, cambieremo il paese.

giovedì 5 febbraio 2009

Aforisma

Non c'è mai vento a favore per il marinaio che non sà dove deve andare

venerdì 23 gennaio 2009

Vegetariani meno colpiti dal diabete e non solo...

Voglio riportarvi una notizia piuttosto fresca (14/01/2009) come ulteriore conferma di quanto già si pensava.

Queste le dichiarazioni del professor Bernard Guy-Grand, prestigioso ricercatore dell'Istituto francese per la nutrizione, in seguito ad un suo approfondito studio.

Dall'ANSA del 14 gennaio 2009:

"Essere vegetariani ha i suoi vantaggi: meno incidenza dei casi di diabete e di obesità, ma anche meno problemi coronarici. Non bastano, però, le verdure: il segreto è associarle a legumi e cereali, un binomio che produrrebbe proteine molto simili a quelle presenti nella carne. Studi hanno rilevato che i vegetariani soffrono meno di ipertensione, problemi coronarici, diabete e obesità."

E' bene sapere che cereali e legumi non devono essere necessariamente consumati nello stesso pasto, per avere un'alimentazione equilibrata, basta che siano consumati nell'arco della giornata.

Questo studio è l'ennesima conferma, di come l'alimentazione vegetariana sia non solo nutrizionalmente adeguata, ma anche salutare, cioè in grado di ridurre il rischio di comparsa di molte gravi malattie.

giovedì 22 gennaio 2009

Indiani d'America...un po' di chiarezza

Salve a tutti, in questo post voglio parlarvi degli Indiani d’America ovvero dei Nativi Americani.

Per Nativi americani si intendono tutti i popoli indigeni che vivevano in America prima della colonizzazione degli europei.

Sarà capitato a molti di voi di sentir parlare degli Indiani d’America, degli sciamani, o di strani rituali o poteri. Oggi vorrei fare un po’ di chiarezza su quello che purtroppo gira intorno a tutto questo argomento.

Vi sono molti annunci, libri e siti web che promettono di fare di te uno "Sciamano", magari in un fine settimana, in poche pratiche lezioni e dietro compenso.

Vorrei presentarvi ora il pensiero degli Indiani d'America su tutto questo.

Considera bene ciò che segue prima di fare un simile passo fatale e di investire denaro, tempo e sentimenti in qualsivoglia “sentiero dello sciamano”:

I Nativi Americani NON ritengono etico chiedere denaro per eseguire cerimonie o impartire insegnamenti (e questa è una regola etica di quasi tutti i sentieri spirituali, FORSE si potrebbe perfino dire di tutti quelli seri senza fare troppi torti a nessuno).

Chiunque vi chieda anche un solo centesimo non è autenticamente Indiano.

La tradizione dei Nativi Americani ritiene il racconto orale e faccia a faccia la SOLA maniera accettabile di trasmettere tradizioni e insegnamenti.

Ogni presunto insegnamento impartito su libri e siti web NON è AUTENTICO.

Imparare "La Medicina" richiede DECINE DI ANNI e deve essere fatto con grande cautela e pazienza, per rispetto verso ciò che è sacro.OGNI offerta di insegnamento di tutto ciò che c'è da sapere sull'argomento in un seminario lungo un week-end è al meglio illusione, al peggio frode.

La maggior parte di questi insegnanti FRAUDOLENTI non è affatto rispettabile.

Alcuni, come Robert "Ghost Wolf", al secolo Robert Franzone, e Forrest Carter sono di fatto stati INCRIMINATI PER FRODE.
Alcuni sono predatori sessuali in cerca di potenziali vittime.
"Sun Bear", al secolo Vincent LaDuke, era uno strupratore seriale in attesa di giudizio, prima della sua morte, per lo stupro di molte donne, compresa una ragazzina di 14 anni.
Sarebbe bene che le donne fossero particolarmente guardinghe nei confronti di qualunque "maestro" che sostenga che il sesso è parte integrante di una "cerimonia".
Molti di questi TRUFFATORI fantasticano il mondo degli Indiani d'America come molti bianchi VORREBBERO che fosse. Un'altro modo di dirla è che sono semplicemente dei bugiardi e dei truffatori.

Alcuni, come Carlos Castaneda sono stati presunti tali addirittura tre decadi fa.

Se vi chiedete: "ce ne sarà uno vero e che possa insegnarmi bene?"

Considerate ciò che segue a riguardo la spiritualità degli Indiani d'America:

Le credenze religiose degli Indiani d'America sono COMUNI, non focalizzati sulla fede dell'individuo come ad esempio il Cristianesimo.

Essi sono SPECIFICI DELLA TRIBU DI APPARTENENZA. Non esiste una generica spiritualità Nativo Americana.

Le differenze tra tribù e tribù possono essere significative come quelle tra l' Induismo e la Chiesa di Inghilterra. A nessuno verrebbe in mente di mettere queste ultime insieme come "spiritualità Indo-Europea", eppure questo è esattamente ciò che fanno molti TRUFFATORI mescolando insieme pezzi e bocconi di differenti tradizioni e insegnandole.

Gli Anziani tradizionalisti sono molto attenti a cambiare i rituali e a mischiare tradizioni differenti.

Può succedere certo, ma solo dopo lunghe e attente serie di discussioni che possono richiedere decine d'anni.

I TRUFFATORI dal canto loro fanno tutto un pò a casaccio, alla carlona, mostrando la loro ignoranza.

Se la copertina di un libro riporta "New Age" o "Sciamanesimo", quel libro NON è di per se una fonte qualificata sui Nativi Americani.

Spesso c'è anche la tendenza a nominare una persona "sciamano" dietro compenso.

Se foste interessati alla religione ebraica, paghereste qualcuno per nominarvi Rabbino dopo un seminario lungo un week-end o anche qualche mese?

Pensate alla mancanza di rispetto costoro mostrano verso i Nativi Americani e alle loro religioni, senza pensare a coloro che vengono defraudati per averli seguiti.

I Nativi Americani NON usano il termine "SCIAMANO".


Parti di questo post sono tratte da un articoloo di:
Al Carroll (Mescalero Apache)

mercoledì 21 gennaio 2009

Discorso di Barack Obama

Riporto di seguito due video da cui è possibile ascoltare il discorso del 44° presidente degli Stati Uniti d'America: Barack Obama.

Il discorso è carico di energia e di buoni propositi, mostra grande consapevolezza, da parte del neopresidente, della situazione critica attuale ma mostra anche una grande autostima e stima verso il popolo americano.

Speriamo che gli americani trovino la forza e la voglia di remare tutti nella giusta direzione, il futuro del mondo dipende molto anche da ognuno di loro.





Per chi preferisse leggerlo, riporto di seguito anche il testo integrale del discorso:

Concittadini, oggi sono qui di fronte a voi con umiltà di fronte all'incarico, grato per la fiducia che avete accordato, memore dei sacrifici sostenuti dai nostri antenati. Ringrazio il presidente Bush per il suo servizio alla nostra nazione, come anche per la generosità e la cooperazione che ha dimostrato durante questa transizione.

Sono quarantaquattro gli americani che hanno giurato come presidenti. Le parole sono state pronunciate nel corso di maree montanti di prosperità e in acque tranquille di pace. Ancora, il giuramento è stato pronunciato sotto un cielo denso di nuvole e tempeste furiose. In questi momenti, l'America va avanti non semplicemente per il livello o per la visione di coloro che ricoprono l'alto ufficio, ma perché noi, il popolo, siamo rimasti fedeli agli ideali dei nostri antenati, e alla verità dei nostri documenti fondanti. Così è stato. Così deve essere con questa generazione di americani.

Che siamo nel mezzo della crisi ora è ben compreso. La nostra nazione è in guerra, contro una rete di vasta portata di violenza e odio. La nostra economia è duramente indebolita, in conseguenza dell'avidità e dell'irresponsabilità di alcuni, ma anche del nostro fallimento collettivo nel compiere scelte dure e preparare la nazione a una nuova era. Case sono andate perdute; posti di lavoro tagliati, attività chiuse. La nostra sanità è troppo costosa, le nostre scuole trascurano troppi; e ogni giorno aggiunge un'ulteriore prova del fatto che i modi in cui usiamo l'energia rafforzano i nostri avversari e minacciano il nostro pianeta.

Questi sono indicatori di crisi, soggetto di dati e di statistiche. Meno misurabile ma non meno profondo è l'inaridire della fiducia nella nostra terra: la fastidiosa paura che il declino dell'America sia inevitabile, e che la prossima generazione debba ridurre le proprie mire. Oggi vi dico che le sfide che affrontiamo sono reali. Sono serie e sono molte. Non saranno vinte facilmente o in un breve lasso di tempo. Ma sappi questo, America: saranno vinte. In questo giorno, ci riuniamo perché abbiamo scelto la speranza sulla paura, l'unità degli scopi sul conflitto e la discordia. In questo giorno, veniamo per proclamare la fine delle futili lagnanze e delle false promesse, delle recriminazioni e dei dogmi logori, che per troppo a lungo hanno strangolato la nostra politica.

Rimaniamo una nazione giovane, ma, nelle parole della Scrittura, il tempo è venuto di mettere da parte le cose infantili. Il tempo è venuto di riaffermare il nostro spirito durevole; di scegliere la nostra storia migliore; di riportare a nuovo quel prezioso regalo, quella nobile idea, passata di generazione in generazione: la promessa mandata del cielo che tutti sono uguali, tutti sono liberi, e tutti meritano una possibilità per conseguire pienamente la loro felicità.

Nel riaffermare la grandezza della nostra nazione, capiamo che la grandezza non va mai data per scontata. Bisogna guadagnarsela. Il nostro viaggio non è mai stato fatto di scorciatoie o di ribassi. Non è stato un sentiero per i deboli di cuore, per chi preferisce l’ozio al lavoro, o cerca solo i piaceri delle ricchezze e della celebrità. E’ stato invece il percorso di chi corre rischi, di chi agisce, di chi fabbrica: alcuni celebrato ma più spesso uomini e donne oscuri nelle loro fatiche, che ci hanno portato in cima a un percorso lungo e faticoso verso la prosperità e la libertà.

Per noi hanno messo in valigia le poche cose che possedevano e hanno traversato gli oceani alla ricerca di una nuova vita.

Per noi hanno faticato nelle fabbriche e hanno colonizzato il West; hanno tollerato il morso della frusta e arato il duroterreno.

Per noi hanno combattuto e sono morti in posti come Concord e Gettysburg, la Normandia e Khe Sahn.

Ancora e ancora questi uomini e queste donne hanno lottato e si sono sacrificati e hanno lavorato fino ad avere le mani in sangue, perché noi potessimo avere un futuro migliore. Vedevano l’America come più grande delle somme delle nostre ambizioni individuali, più grande di tutte le differenze di nascita o censo o partigianeria.

Questo è il viaggio che continuiamo oggi. Rimaniamo il paese più prosperoso e più potente della Terra. I nostri operai non sono meno produttivi di quando la crisi è cominciata. Le nostre menti non sono meno inventive, i nostri beni e servizi non meno necessari della settimana scorsa o del mese scorso o dell’anno scorso. Le nostre capacità rimangono intatte. Ma il nostro tempo di stare fermi, di proteggere interessi meschini e rimandare le decisioni sgradevoli, quel tempo di sicuro è passato. A partire da oggi, dobbiamo tirarci su, rimetterci in piedi e ricominciare il lavoro di rifare l’America.

Perché ovunque guardiamo, c’è lavoro da fare. Lo stato dell’economia richiede azioni coraggiose e rapide, e noi agiremo: non solo per creare nuovi lavori ma per gettare le fondamenta della crescita. Costruiremo le strade e i ponti, le reti elettriche, le linee digitali per nutrire il nostro commercio e legarci assieme. Ridaremo alla scienza il posto che le spetta di diritto e piegheremo le meraviglie della tecnologia per migliorare le cure sanitarie e abbassarne i costi. Metteremo le briglie al sole e ai venti e alla terra per rifornire le nostre vetture e alimentare le nostre fabbriche. E trasformeremo le nostre scuole e i college e le università per soddisfare le esigenze di una nuova era. Tutto questo possiamo farlo. E tutto questo faremo.

Ci sono alcuni che mettono in dubbio l’ampiezza delle nostre ambizioni, che suggeriscono che il nostro sistema non può tollerare troppi piani grandiosi. Hanno la memoria corta. Perché hanno dimenticato quanto questo paese ha già fatto: quanto uomini e donne libere possono ottenere quando l’immaginazione si unisce a uno scopo comune, la necessità al coraggio.

Quello che i cinici non riescono a capire è che il terreno si è mosso sotto i loro piedi, che i diverbi politici stantii che ci hanno consumato tanto a lungo non hanno più corso. La domanda che ci poniamo oggi non è se il nostro governo sia troppo grande o troppo piccolo, ma se funziona: se aiuta le famiglie a trovare lavori con stipendi decenti, cure che possono permettersi, unapensione dignitosa. Quando la risposta è sì, intendiamo andareavanti. Quando la risposta è no, i programmi saranno interrotti. E quelli di noi che gestiscono i dollari pubblici saranno chiamati a renderne conto: a spendere saggiamente, a riformare le cattive abitudini, e fare il loro lavoro alla luce del solo, perché solo allora potremo restaurare la fiducia vitale fra un popolo e il suo governo.

Né la domanda è se il mercato sia una forza per il bene o per il male. Il suo potere di generare ricchezza e aumentare la libertànon conosce paragoni, ma questa crisi ci ha ricordato che senza occhi vigili, il mercato può andare fuori controllo, e che unpaese non può prosperare a lungo se favorisce solo i ricchi. Il successo della nostra economia non dipende solo dalle dimensioni del nostro prodotto interno lordo, ma dall’ampiezza della nostra prosperità, dalla nostra capacità di ampliare le opportunità a ogni cuore volonteroso, non per beneficenza ma perché è la via più sicura verso il bene comune.

Per quel che riguarda la nostra difesa comune, respingiamo come falsa la scelta tra la nostra sicurezza e i nostri ideali. I Padri Fondatori, di fronte a pericoli che facciamo fatica a immaginare, prepararono un Carta che garantisse il rispetto della legge e i diritti dell’uomo, una Carta ampliata con il sangue versato da generazioni. Quegli ideali illuminano ancora il mondoe non vi rinunceremo in nome del bisogno. E a tutte le persone e i governi che oggi ci guardano, dalle capitali più grandi al piccolo villaggio in cui nacque mio padre, dico: sappiate che l’America è amica di ogni nazione e di ogni uomo, donna e bambino che cerca un futuro di pace e dignità, e che siamo pronti di nuovo a fare da guida.

Ricordate che le generazioni passate sconfissero il fascismo e il comunismo non solo con i carri armati e i missili, ma con alleanze solide e convinzioni tenaci. Capirono che la nostra forza da sola non basta a proteggerci, né ci dà il diritto di fare come ci pare. Al contrario, seppero che il potere cresce quando se ne fa un uso prudente; che la nostra sicurezza promana dal fatto che la nostra causa giusta, dalla forza del nostro esempio, dalle qualità dell’umiltà e della moderazione.

Noi siamo i custodi di questa eredità. Guidati ancora una volta da questi principi, possiamo affrontare quelle nuove minacce cherichiedono sforzi ancora maggiori - e ancora maggior cooperazione e comprensione fra le nazioni. Inizieremo a lasciare responsabilmente l’Iraq al suo popolo, e a forgiare una pace pagata a caro prezzo in Afghanistan. Insieme ai vecchi amici e agli ex nemici, lavoreremo senza sosta per diminuire la minaccia nucleare, e allontanare lo spettro di un pianeta surriscaldato. Non chiederemo scusa per la nostra maniera di vivere, né esiteremo a difenderla, e a coloro che cercano di ottenere i loro scopi attraverso il terrore e il massacro di persone innocenti, diciamo che il nostro spirito è più forte e non potrà essere spezzato. Non riuscirete a sopravviverci, e vi sconfiggeremo.

Perché sappiamo che il nostro multiforme retaggio è una forza, non una debolezza: siamo un Paese di cristiani, musulmani, ebrei e indù - e di non credenti; scolpiti da ogni lingua e cultura, provenienti da ogni angolo della terra. E dal momento che abbiamo provato l’amaro calice della guerra civile e della segregazione razziale, per emergerne più forti e più uniti, non possiamo che credere che odii di lunga data un giorno scompariranno; che i confini delle tribù un giorno si dissolveranno; che mentre il mondo si va facendo più piccolo, la nostra comune umanità dovrà venire alla luce; e che l’America dovrà svolgere un suo ruolo nell’accogliere una nuova era di pace.

Al mondo islamico diciamo di voler cercare una nuova via di progresso, basato sull’interesse comune e sul reciproco rispetto. A quei dirigenti nel mondo che cercano di seminare la discordia, o di scaricare sull’Occidente la colpa dei mali delle loro società, diciamo: sappiate che il vostro popolo vi giudicherà in base a ciò che siete in grado di costruire, non di distruggere. A coloro che si aggrappano al potere grazie alla corruzione, all’inganno, alla repressione del dissenso, diciamo: sappiate che siete dalla parte sbagliata della Storia; ma che siamo disposti a tendere la mano se sarete disposti a sciogliere il pugno.

Ai popoli dei Paesi poveri, diciamo di volerci impegnare insieme a voi per far rendere le vostre fattorie e far scorrere acque pulita; per nutrire i corpi e le menti affamate. E a quei Paesi che come noi hanno la fortuna di godere di una relativa abbondanza, diciamo che non possiamo più permetterci di essere indifferenti verso la sofferenza fuori dai nostri confini; né possiamo consumare le risorse del pianeta senza pensare alle conseguenze. Perché il mondo è cambiato, e noi dobbiamo cambiare insieme al mondo.

Volgendo lo sguardo alla strada che si snoda davanti a noi, ricordiamo con umile gratitudine quei coraggiosi americani che in questo stesso momento pattugliano deserti e montagne lontane. Oggi hanno qualcosa da dirci, così come il sussurro che ci arriva lungo gli anni dagli eroi caduti che riposano ad Arlington: rendiamo loro onore non solo perché sono custodi della nostra libertà, ma perché rappresentano lo spirito di servizio, la volontà di trovare un significato in qualcosa che li trascende. Eppure in questo momento - un momento che segnerà una generazione - è precisamente questo spirito che deve animarci tutti.

Perché, per quanto il governo debba e possa fare, in definitiva sono la fede e la determinazione del popolo americano su cui questo Paese si appoggia. E’ la bontà di chi accoglie uno straniero quando le dighe si spezzano, l’altruismo degli operai che preferiscono lavorare meno che vedere un amico perdere il lavoro, a guidarci nelle nostre ore più scure. E’ il coraggio del pompiere che affronta una scala piena di fumo, ma anche la prontezza di un genitore a curare un bambino, che in ultima analisi decidono il nostro destino.

Le nostre sfide possono essere nuove, gli strumenti con cui le affrontiamo possono essere nuovi, ma i valori da cui dipende il nostro successo - il lavoro duro e l’onestà, il coraggio e il fair play, la tolleranza e la curiosità, la lealtà e il patriottismo - queste cose sono antiche. Queste cose sono vere. Sono state la quieta forza del progresso in tutta la nostra storia. Quello che serve è un ritorno a queste verità. Quello che ci è richiesto adesso è una nuova era di responsabilità - un riconoscimento, da parte di ogni americano, che abbiamo doveri verso noi stessi, verso la nazione e il mondo, doveri che non accettiamo a malincuore ma piuttosto afferriamo con gioia, saldi nella nozione che non c’è nulla di più soddisfacente per lo spirito, di più caratteristico della nostra anima, che dare tutto a un compito difficile.

Questo è il prezzo e la promessa della cittadinanza.

Questa è la fonte della nostra fiducia: la nozione che Dio ci chiama a forgiarci un destino incerto. Questo il significato della nostra libertà e del nostro credo: il motivo per cui uomini e donne e bambine di ogni razza e ogni fede possono unirsi in celebrazione attraverso questo splendido viale, e per cui un uomo il cui padre sessant’anni fa avrebbe potuto non essere servito al ristorante oggi può starvi davanti a pronunciare un giuramento sacro.

E allora segnamo questo giorno col ricordo di chi siamo e quanta strada abbiamo fatto. Nell’anno della nascita dell’America, nel più freddo dei mesi, un drappello di patrioti si affollava vicino a fuochi morenti sulle rive di un fiume gelato. La capitale era abbandonata. Il nemico avanzava, la neve era macchiata di sangue. E nel momento in cui la nostra rivoluzione più era in dubbio, il padre della nostra nazione ordinò che queste parole fossero lette al popolo: “Che si dica al mondo futuro... Che nel profondo dell’inverno, quando nulla tranne la speranza e il coraggio potevano sopravvivere... Che la città e il paese, allarmati di fronte a un comune pericolo, vennero avanti a incontrarlo”.

America. Di fronte ai nostri comuni pericoli, in questo inverno delle nostre fatiche, ricordiamoci queste parole senza tempo. Con speranza e coraggio, affrontiamo una volta ancora le correnti gelide, e sopportiamo le tempeste che verranno. Che i figli dei nostri figli possano dire che quando fummo messi alla prova non ci tirammo indietro né inciampammo; e con gli occhi fissi sull’orizzonte e la grazia di Dio con noi, portammo avanti quel grande dono della libertà, e lo consegnammo intatto alle generazioni future.