martedì 10 febbraio 2009

Gli allevementi inquinano più delle auto di tutto il mondo

Salve a tutti, questo è il mio 100° post, e ho deciso di volerlo utilizzare per un argomento piuttosto importante: l'Ambiente.

Vi riporto di seguito un articolo del Corriere della Sera del 07/02/2009 a riguardo su cui ognuno di noi dovrebbe riflettere, con la consapevolezza che sono le nostre scelte giornaliere che indirizzano gli investitori e i prodotti che il mercato offre.

"Strano ma vero: inquina di più allevare mucche che guidare automobili. Lo dice un rapporto della Fao (l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) e lo sostiene con la certezza dei numeri: il settore dell’allevamento di bestiame (bovini, maiali, pecore, piccoli ruminanti e volatili) produce più gas serra rispetto al sistema mondiale dei trasporti (il 18% contro il 14%), inserendosi tra i principali responsabili del riscaldamento globale del pianeta.

Più che un allarme, è un ultimatum: secondo Henning Steinfeld, funzionario della Fao, «l’allevamento costituisce un grande problema ambientale a cui va posto urgente rimedio». E non solo per salvare l’atmosfera, ha aggiunto, ma anche terre e acque, sottoposte a un lento ma inesorabile degrado. E’ una rincorsa senza prospettive certe: in realtà, le previsioni tendono al peggio. Il settore dell’allevamento, che provvede alla sussistenza di un miliardo e 300 milioni di persone e rappresenta il 40% dell’intera produzione agricola, è in crescita vorticosa: entro il 2050 gli attuali 229 milioni di tonnellate di carne prodotti annualmente diventeranno 465 e i 580 milioni di tonnellate di latte raddoppieranno a 1043 milioni, per effetto della crescita globale del benessere e dell’aumento vorticoso dei consumi in paesi a grande popolazione come Cina, India e Brasile.

Ciò comporterà un altissimo costo ambientale in termini di emissioni di Co2 (sul totale delle emissioni legate all’attività umana, il 9% viene dagli allevamenti), di metano proveniente dal sistema digestivo degli animali (il 37% sul totale prodotto dalle attività umane), e di ammoniaca, responsabile poi dell’acidificazione delle piogge. Rimedi? La Fao ne suggerisce qualcuno: maggior controllo dei pascoli, in modo da non degradare le aree verdi per eccesso di sfruttamento; miglioramento della dieta degli animali, con l’obiettivo di ridurre la fermentazione enterica e le conseguenti emissioni di metano; incentivazione degli impianti di biogas per smaltire il letame; miglioramento dei sistemi di irrigazione; vincoli all’allevamento su larga scala vicino alle aree urbane (aggiungo io: "era forse peccato suggerire di orientarsi verso un'alimentzione quanto più possibile vegetariana???" E mi rispondo da solo: "probabilmente per il business che c'è dietro SI")

Qualcosa, in Europa, si sta muovendo. In Danimarca, per legge, gli allevatori sono obbligati a «iniettare» il letame nel sottosuolo, per prevenire l’emissione di gas; in Olanda sono operativi progetti- pilota per trasformare un impasto di escrementi, carote e scarti dolciari in biogas da bruciare per ottenere calore ed elettricità. E in Italia? «Rispettiamo la direttiva europea sui nitrati e incentiviamo la produzione di elettricità da biogas — spiega Domenico Gaudioso, responsabile del settore clima dell’Ispra—ma il problema è serio e si dovrebbe fare di più, non tanto per gli allevamenti nuovi, che devono rispondere all’obbligo di contenere le emissioni al suolo e nell’atmosfera, quanto per quelli vecchi. Ma con costi che gli agricoltori, senza incentivi, non possono sostenere ». Il futuro è però questo: il riscaldamento globale si combatterà (anche) mucca per mucca, maiale per maiale, pollo per pollo. "

Come si è ben capito dal mio commento precedente, io suggerisco a chiunque di eliminare quanto più possibile la carne dalla propria alimentazione. Il proprio corpo sarà il primo a essertene grato, la Terra sarà la seconda ad essertene grata, e una migliore salute propria e di chi ti stà intorno (a causa dei minori danni ambientali causati), sarà solo una diretta conseguenza di questa scelta (purché si segua sempre un'alimentazione varia ed equilibrata).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un bell'articolo il tuo... e sono convinto anch'io che quello che racconti sia un reale problema. Posso solo aggiungere che il tutto va inserito in un contesto ad ampio spettro che consideri la presenza umana sul pianeta Terra come il vero problema della sopravvivenza perchè il nostro beneamato pianeta 6 miliardi di esseri umani non li regge e la situazione non può che peggiorare. Quì non si tratta solo dei danni causati dai gas di scarico di auto, condomini, fabbriche (cioè solo quello che vedi in tv o che vogliono farti vedere) ma di una gestione dissennata del pianeta dove ancor oggi si fanno test per le armi nucleari. Ma questo nessuno lo dice.
Ciao