Scusate per il ritardo nel postarvi questa notizia, ma ve la posto ugualmente poiché la ritengo molto utile, anche se l'ora "x" per i conti correnti bancari "dormienti" è purtroppo già scattata. Spero per voi che non siete incappati in questo brutto meccanismo.
"L’ora “x” sta per scattare. Dopo un lungo sonno, si sveglieranno in un giorno di mezza estate, quasi come nella favola della Bella Addormentata. Ma la vicenda dei conti correnti dormienti ha risvolti molto più concreti perché di mezzo ci sono le banche, migliaia di depositi dimenticati e soprattutto un fiume di soldi, che finirà nelle casse dello Stato con finalità diverse: servirà in primo luogo per rimborsare i risparmiatori vittime di crac - vi ricordate di Cirio e Parmalat? - verrà usato per dare un posto fisso a molti precari pubblici e infine contribuirà a finanziare la social card per gli anziani poveri, inventata dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
Troppa carne al fuoco? Può darsi. Ma una cosa è certa: in ballo, c'è un vero tesoretto, che potrebbe valere tra i dieci e i 15 miliardi di euro, più o meno quanto la manovra economica per il 2009 appena approvata dal Parlamento. I calcoli esatti si faranno alla fine perché siamo ancora al nastro di partenza dell’operazione, che decollerà tra una settimana, il 16 agosto, per i depositi bancari, mentre alle Poste il risveglio di libretti e conti è previsto per il 25 agosto.
È quasi un ultimo appello perchè tutti questi soldi abbandonati da anni stanno per lasciare i loro rifugi per finire in un apposito Fondo gestito dal Tesoro, che li userà per scopi molto diversi da quelli di partenza.
Per i più distratti ci sarà ancora rimedio. Chi non ha risposto agli avvisi e non ha provveduto movimentare il conto negli ultimi mesi, dispone ancora di altri 10 anni per farsi avanti e pretendere il rimborso della somma di cui è titolare, anche se nel frattempo i risparmi avranno traslocato nelle casse del Tesoro. Intanto però si parte a Ferragosto, dopo molti anni di polemiche e discussioni sull’utilizzo dei conti dormienti, rimessi in gioco con la Finanziaria 2006 e svegliati soltanto ora per effetto delle procedure di tutela e informazione dei risparmiatori previsti dalla norma.
Alla fine della fiera ci potrebbero essere molte sorprese perché la dimensione del fenomeno è difficile da quantificare, anche se le stime fanno pensare a cifre di tutto rispetto: tra banche, finanziarie e Poste, i depositi abbandonati al loro destino potrebbero essere oltre 1 milione. Restano fuori dall’operazione le polizze, le cassette di sicurezza, i buoni fruttiferi e i conti correnti già ridotti sotto l’importo minimo di 100 euro. Per il resto, tutti i risparmi che per anni sono rimasti nel ventre di banche e uffici postali tra pochi mesi diventeranno proprietà del Tesoro, che li utilizzerà appunto per fini sociali (le vittime dei crac, i precari, gli anziani poveri). Ma l’elenco potrebbe anche allungarsi, se davvero gli incassi finali saranno quelli di una Finanziaria.
I più ottimisti si aspettano di incassare 15 miliardi di euro, anche se negli ultimi mesi il numero dei conti non movimentati è calato e la cifra finale potrebbe scendere sotto i 10 miliardi.
In ogni caso, sempre di un tesoretto si tratta e non può che essere gradito in tempi di vacche magre per i conti pubblici. E comunque è meglio non sbilanciarsi né in un senso né in un altro. Non si sa esattamente quanti depositi dimenticati saranno messi in libertà dalle banche: si potrebbe arrivare a oltre trecentomila posizioni. Tanto per dare un’idea, il gruppo Intesa Sanpaolo segnalava a febbraio quasi 27 mila conti nominativi e 54 mila rapporti anonimi, come libretti al portatore e certificati di deposito.
Il Banco popolare 32.400 conti dormienti, Unicredit banca altri 27mila, Ubi banca 19.500 conti, il Monte dei Paschi di Siena 14.000 posizioni.
Ma impressionano molto i dati forniti dalle Poste perché soltanto nei Comuni capoluogo i libretti dormienti sono oltre 840 mila: questo grande flusso di risparmi si rimetterà in moto il 25 agosto, trascinandosi dietro storie vecchie e vicende umane che risalgono spesso agli anni Cinquanta, quando i guadagni degli immigrati tornavano in Italia sotto forma di migliaia di libretti postali.
Qualche esempio: a Villarosa (Enna), un Comune di cinquemila anime e un passato di emigrazione, ci sono 200 conti dimenticati presso l’ufficio postale. Lo stesso a San Giovanni in Fiore (Cosenza), un altro Comune di emigrati, dove quasi mille libretti stanno per risvegliarsi e per imboccare una direzione diversa da quella immaginata in origine dai loro titolari. O forse, chissà, neanche tanto diversa, dato che la mano pubblica si propone sulla carta finalità di tipo sociale, che potrebbero non dispiacere agli immemori o scomparsi intestatari."
di Michele Lombardi il secolo XIX.it
sabato 16 agosto 2008
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