giovedì 30 aprile 2009

Pandemia imminente

Per quanti non lo sapessero riporto innanzitutto cos'è una PANDEMIA (tratto da Wikipedia):

"Una pandemia (dal greco pan-demos, "tutto il popolo") è una epidemia la cui diffusione interessa più aree geografiche del mondo, con un alto numero di casi gravi ed una mortalità elevata."

A volte non le capisco proprio le politiche italiane. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) sembra seriamente preoccupata e allarmata riguardo l'influenza suina mentre apro ad esempio il Corriere della Sera e mi devo leggere Fazio che dice:

« Ci attendiamo a breve i primi casi anche in Italia, ma siamo tranquilli perché abbiamo visto l'evoluzione clinica negli altri Paesi. Questo virus si sta dimostrando poco aggressivo, inferiore a una normale influenza».

Io sono allibito, ma stiamo scherzando? C'è gente che è morta con questo virus "poco aggressivo", l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha portato il livello di allerta a 5 (quasi il più elevato che è 6) e tu dici "poco aggressivo, inferiore a una normale influenza"???

Voglio riportare allora di seguito la dichiarazione (da me tradotta un po' di fretta) rilasciata ieri dal Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Margaret Chan sul sito ufficiale e tra parentesi tonde trovate i miei commenti e la mia analisi di lettura del testo (prendetela per quello che è, una semplice interpretazione di una persona qualsiasi).

La dichiarazione la trovate qui di seguito e sul sito ufficiale WHO.

"Signore e Signori,

basato sulle valutazioni di tutte le informazioni disponibili, e seguendo i consigli di diversi esperti, ho deciso di aumentare il livello di allerta dell'influenza pandemica dalla fase 4 alla fase 5.

L'influenza pandemica deve essere affrontata con serietà e precisione a causa della sua capacità di rapida diffusione in ogni paese del mondo.

Il lato positivo, è che il mondo è oggi meglio preparato per una influenza pandemica come mai lo è stato nella storia (questo mi spaventa alquanto, lascia ben pensare che ci sarà da fare i conti con questa pandemia, non si scappa).

Le misure di preparazione prese per il trattamento dell'influenza aviaria H5N1 sono state un investimento, e ora stiamo beneficiando di questo investimento.

Per la prima volta nella storia, possiamo seguire l'evoluzione di una pandemia in tempo reale (qui parla come se già ci fosse la pandemia, ma allora, questa pandemia di cui alcuni sembrano non voler parlare, ci sarà o no? Questa frase tradisce un po' le speranze ottimistiche e fà capire che la cosa è pressoché certa, ci sarà).

Ringrazio i paesi che stanno rendendo pubblici i risultati delle loro investigazioni. Questo ci aiuta a capire meglio la malattia.

Sono impressionata dal lavoro che è stato fatto dai paesi affetti e da come trattano l'insorgenza attuale.

Voglio anche ringraziare i governi degli USA e Canada per il loro supporto all'OMS e al Messico.

Lasciate che vi ricordi. Le nuove malattie sono, per definizione, scarsamente comprese. I virus dell'influenza sono noti per i loro rapidi mutamenti e comportamenti imprevedibili.

L'OMS e le autorità sanitarie nei paesi affetti non avranno risposte immediatamente, ma noi le otterremo.

L'OMS seguirà la pandemia al livello epidemiologico, clinico e virale.

I risultati di queste valutazioni saranno emessi come consigli pubblici, e saranno resi pubblicamente disponibili.

Tutti i paesi dovranno immediatamente attivare i loro piani preparativi per la pandemia. I paesi dovranno rimanere con un'elevata allerta per insorgenze inusuali, e nel controllo di infezioni in tutte le strutture sanitarie.

Questo cambiamento a un più elevato livello di allerta è un segnale ai governi, ai ministri della sanità e agli altri ministri, alle industrie farmaceutiche e alla comunità imprenditoriale che certe azioni ora devono essere prese con una ulteriore urgenza, e un ritmo accelerato.

Mi sono rivolta ai paesi donatori, l'UNITAID, il GAVI Alliance, la Banca Mondiale e altri per mobilizzare le risorse.

Mi sono rivolta alle aziende produttrici di medicinali antivirali al fine di aumentare la produzione.

Mi sono rivolta ai produttori di vaccino per influenze che possono contribuire alla produzione di vaccini per la pandemia.

La domanda più grade ora è questa: quanto grave sarà la pandemia specialmente all'inizio?

E' possibile che tutto lo spettro clinico di questa malattia vada da una malattia leggera a una malattia grave. Abbiamo bisogno di continuare a monitorare l'evoluzione della situazione per specificare informazione e dati di cui abbiamo bisogno per rispondere alla domanda.

Dalle passate esperienze, sappiamo anche che l'influenza può causare leggere malattie nei paesi agiati, ma malattie più gravi, con mortalità più elevate nei paesi in via di sviluppo.

Non importa quale sia la situazione, la comunità internazionale dovrebbe trattare questa come una finestra di opportunità per accrescere la propria preparazioen e reazione.

Soprattutto, questa è una opportunità per una solidarietà globale poiché cerchiamo risposte e soluzioni di cui tutti i paesi beneficieranno, tutta l'umanità. Dopotutto, è veramente tutta l'umanità che è sotto minaccia durante una pandemia.

Come ho detto, noi non abbiamo tutte le risposte giusto adesso, ma noi le otterremo".



Di seguito riporto il testo integrale in inlgese.

Statement by WHO (World Health Organization) Director-General, Dr Margaret Chan
29 April 2009

Swine influenza Ladies and gentlemen,
Based on assessment of all available information, and following several expert consultations, I have decided to raise the current
level of influenza pandemic alert from phase 4 to phase 5.
Influenza pandemics must be taken seriously precisely because of their capacity to spread rapidly to every country
in the world.
On the positive side, the world is better prepared for an influenza pandemic than at any time in history.
Preparedness measures undertaken because of the threat from H5N1 avian influenza were an investment, and we are now benefitting from this investment.
For the first time in history, we can track the evolution of a pandemic in real-time.
I thank countries who are making the results of their investigations publicly available. This helps us understand the disease.
I am impressed by the work being done by affected countries as they deal with the current outbreaks.
I also want to thank the governments of the USA and Canada for their support to WHO, and to Mexico.
Let me remind you. New diseases are, by definition, poorly understood. Influenza viruses are notorious for their rapid mutation and unpredictable behaviour.
WHO and health authorities in affected countries will not have all the answers immediately, but we will get them.
WHO will be tracking the pandemic at the epidemiological, clinical, and virological levels.
The results of these ongoing assessments will be issued as public health advice, and made publicly available.
All countries should immediately activate their pandemic preparedness plans. Countries should remain on high alert for unusual outbreaks of influenza-like illness and severe pneumonia.
At this stage, effective and essential measures include heightened surveillance, early detection and treatment of cases, and infection control in all health facilities.
This change to a higher phase of alert is a signal to governments, to ministries of health and other ministries, to the pharmaceutical industry and the business community that certain actions should now be undertaken with increased urgency, and at an accelerated pace.
I have reached out to donor countries, to UNITAID, to the GAVI Alliance, the World Bank and others to mobilize resources.
I have reached out to companies manufacturing antiviral drugs to assess capacity and all options for ramping up production.
I have also reached out to influenza vaccine manufacturers that can contribute to the production of a pandemic vaccine.
The biggest question, right now, is this: how severe will the pandemic be, especially now at the start?
It is possible that the full clinical spectrum of this disease goes from mild illness to severe disease. We need to continue to monitor the evolution of the situation to get the specific information and data we need to answer this question.
From past experience, we also know that influenza may cause mild disease in affluent countries, but more severe disease, with higher mortality, in developing countries.
No matter what the situation is, the international community should treat this as a window of opportunity to ramp up preparedness and response.
Above all, this is an opportunity for global solidarity as we look for responses and solutions that benefit all countries, all of humanity. After all, it really is all of humanity that is under threat during a pandemic.
As I have said, we do not have all the answers right now, but we will get them.

sabato 25 aprile 2009

Vegetariano un italiano su dieci

Non molto tempo fà lessi con piacere e orgoglio sul Corriere della Sera il seguente articolo:

In aumento nel mondo quelli che rifiutano la carne. Sono soprattutto giovani e donne. Per alcuni scelta part-time

Una manifestazione pro-veg degli Animalisti Italiani (Ansa)
I teenager americani lo fanno per gli animali, spinti, qualche volta, dalle crude immagini dei video di YouTube sulle stragi di polli e tacchini, vitelli e agnelli (e anche di altre specie non commestibili). Così, secondo alcune stime del governo, almeno un adolescente su duecento evita di mangiare carne. C'è chi lo fa per spirito animalista (non solo i più giovani, ma anche gli adulti, in Usa e in Europa), chi per rispetto dell'ambiente (i più informati sui temi dell'ecologia sulla scia dell'ex Beatle Paul McCartney), chi per motivi salutistici (i meno giovani che magari hanno qualche problema di colesterolo o di pressione) e intanto l'esercito dei vegetariani si ingrossa in tutto il mondo.

In Italia, secondo l'Eurispes, sono oltre quota sei milioni (circa il 10 per cento della popolazione e l'Italia, secondo le stime dell'Unione vegetariana europea, è al primo posto, seguita dalla Germania con il 9 per cento - GUARDA LA «MAPPA VERDE»), ma nel 2050 gli italiani potrebbero arrivare addirittura a 30 milioni, se anche da noi arriverà la nuova veggie generation. «La sensazione — commenta Luciana Baroni, medico all'ospedale Villa Salus di Mestre-Venezia e presidente della Società scientifica di nutrizione vegetariana — è che, proprio perché fanno una scelta ideologica, i più giovani sono più spesso vegani, escludono cioè dalla loro dieta anche uova e latte. Pensano al benessere globale degli animali e ritengono che il solo non mangiar carne non elimini completamente le loro sofferenze ». Perché i vegetariani non sono tutti uguali: i «classici» non mangiano né carne né pesce, ma accettano latte e uova, i vegani invece escludono anche questi ultimi (e spesso evitano anche tutti gli altri prodotti di origine animale, come pelli o cuoio), mentre i più oltranzisti (come i crudisti o i fruttisti) ammettono soltanto particolari categorie di cibi (rispettivamente solo vegetali crudi o solo frutta e semi).

Ecco il loro identikit: più spesso donne, con un livello di istruzione medio-alto che vivono (in Italia) prevalentemente al Nord o al Centro. «Il crescente interesse per il vegetarianesimo — aggiunge Luciana Baroni — è favorito anche dal fatto che quell'aura di paura nei confronti di queste abitudini alimentari si è piano piano dissolta alla luce delle evidenze scientifiche e in realtà non esiste nessun pericolo concreto nell'abbracciare questo tipo di alimentazione». Non tutti la pensano così, soprattutto quando si parla di adolescenti. «Certo, i giovani vegetariani sono in aumento — conferma Andrea Ghiselli, ricercatore all'Inran, l'Istituto italiano per la ricerca e la nutrizione, ed esperto di un forum sulla nutrizione del Corriere Online — e sono soprattutto ragazze che spesso lo fanno per moda. Ma devono fare attenzione: i maschi in particolare rischiano carenze soprattutto di calcio, le femmine di ferro. Se la dieta è vegetariana ma include prodotti animali ed è variata non ci sono particolari pericoli. Ma un vegano non può fare di testa sua: se decide di esserlo è bene che pianifichi la sua dieta con un nutrizionista». Le linee guida dell'American Dietetic Association dicono che le diete vegetariane e vegane sono appropriate per tutti i periodi della vita, comprese l'infanzia e l'adolescenza, a patto che siano well balanced e che eventuali deficit di vitamina B12, cui vanno incontro soprattutto i vegani, siano prevenuti con supplementi vitaminici. E il numero di febbraio della rivista Women's Health Source della Mayo Clinic, uno dei più famosi ospedali americani che ha sede a Rochester, è rivolto alle donne ed è dedicato ai consigli per pianificare una corretta dieta vegetariana Anche Michele Carruba, direttore del Centro studi e ricerche sull'obesità all'Università di Milano, avverte che quanto più il vegetarianesimo è spinto tanto più richiede conoscenza degli alimenti e aggiunge: «L'importante è mescolare e combinare i cibi il più possibile».

Gli esperti francesi dell'Istituto della nutrizione, per voce del vicepresidente Bernard Guy Grand, ricordano che una serie di studi epidemiologici dimostrano come i vegetariani siano meno soggetti a ipertensioni arteriosa e a problemi cardiaci e abbiano minori rischi di obesità e di diabete di tipo 2. Ecco giustificata la scelta saluti sta, ma in Francia, come in Italia, sta prendendo sempre più piede la motivazione di tipo ecologista quando si decide di seguire la strada verde a tavola, mentre è decisamente in calo, rispetto agli anni passati, quella di tipo filosofico-religioso. «La scelta vegetariana di tipo religioso oggi è legata soprattutto alla presenza di immigrati — commenta Carruba, che è anche presidente della società del Comune di Milano responsabile della ristorazione scolastica — e nelle scuole di Milano teniamo conto delle richieste in questo senso. Per contro si sta facendo strada il concetto di un'alimentazione ecosostenibile, che si svilupperà anche con l'Expo: un'alimentazione troppo sbilanciata sul consumo di carne animale provoca danni ambientali sia per quanto riguarda la deforestazione, sia per quanto riguarda l'inquinamento. Questo però non significa diventare tutti vegetariani ». Qualcuno, soprattutto in America, ha già scelto la strada del vegetarianesimo part-time: si chiamano flexitarian, la loro Bibbia è il libro Flexitarian Diet della dietista Dawn Jackson Blatner, il precetto: mangiare carne o pesce non più di due volte alla settimana. Il sito di riferimento: www.almostvegetarian. blogspot.com. I puristi vegetariani dialogano invece su altri siti: dall'italiano www.vegetariani.it all'inglese www.veggievision.tv, una vera e propria televisione via Internet dedicata ai vegetariani. «Internet rimane il mezzo migliore per far circolare le nostre idee— commenta Luciana Baroni —. C'è infatti ancora un po' di diffidenza nei confronti dei vegetariani. Per esempio: quando un esperto di alimentazione vegetariana viene invitato a un talk show si invoca la par condicio: ci vuole anche chi parla bene della carne». Così i seguaci della dieta verde si sono persino inventati il Veggie pride, il giorno dell'orgoglio vegetariano: l'anno scorso è stato a Roma, quest'anno per la seconda edizione del 16 maggio si mobiliterà Milano, in contemporanea con il nono Veggie pride francese a Lione.


Aggiungo che sono da poco tornato dalla Lituania, paese dove sono stato in totale per circa un anno e 4 mesi e devo dire che mi è capitato di incontrare diversi giovani vegetariani, soprattutto ragazze (molti di più di quelli che mi capita di incontrare in Italia).

Continuiamo ad informare e ad andare in questa direzione, il futuro potrà essere solo migliore.

sabato 18 aprile 2009